Salvataggio Bradi: la Brembo presenta la sua proposta

Affitto per due anni e successivo acquisto. nel frattempo il Tribunale ha autorizzato la prosecuzione dell’attività produttiva alla prossima fine di aprile

L’interessamento di Brembo per Bradi da potenziale diventa effettivo. Ieri mattina, infatti, il Tribunale di Bergamo ha autorizzato la presentazione della proposta di subentro che la società di Curno ha avanzato attraverso una domanda di affitto biennale dell’azienda, con offerta irrevocabile di acquisizione della stessa. La proposta di subentro, come prevede la prassi, ora sarà ufficialmente pubblicizzata e ci sarà tempo fino al 26 marzo prossimo per presentare eventuali offerte migliorative con esclusivo riferimento al prezzo di acquisto.

Dal punto di vista economico, la proposta di salvataggio avanzata da Brembo per la società di Levate specializzata nella produzione di dischi freno è sostanzialmente articolata anche se le linee portanti prevederebbero un compenso pari all’incirca a 15 milioni di euro a cui andrebbero ad aggiungersi il valore del magazzino e l’obbligo di subentro in tutti i contratti di leasing di Bradi, questi ultimi legati sia agli immobili sia ai macchinari.

Ovviamente, la proposta di subentro nell’affitto della società e di successiva acquisizione è subordinata all’omologazione del concordato preventivo che, lo ricordiamo, ha come appuntamento formale la prossima adunanza dei creditori. Un concordato preventivo (commissario giudiziale è stato nominato il dottor Giuliano Buffelli, mentre il giudice delegato è il dottor Luciano Alfani) che è stato autorizzato dal Tribunale di Bergamo lo scorso 16 gennaio sulla base di una situazione finanziaria che vedeva un attivo di 50,64 milioni di euro e un passivo di 50,6 milioni. Il concordato si reggeva sulla proposta di liquidazione in toto dei crediti privilegiati (31,1 milioni) e il 41,32% dei crediti chirografari (pari a 19,5 milioni).

Nel frattempo, il Tribunale ha anche autorizzato la prosecuzione dell’attività produttiva (la cui scadenza originale era fissata al 31 marzo) alla prossima fine di aprile. La società, lo ricordiamo, contava in organico circa 300 dipendenti (erano 309 a metà gennaio, nel momento della domanda di cassa integrazione straordinaria, ma erano 400 nell’autunno scorso, appena prima dell’inizio della crisi.

Da L’ECO DI BERGAMO di venerdì 14 marzo 2003

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