Sciopero Tenaris, adesione al 100%
I lavoratori: adesso si torni al tavolo

Contro la decisione dell’azienda di licenziare 400 lavoratori (sui 1.800 in organico) annunciata il 25 febbraio scorso, alla Tenaris di Dalmine e di Sabbio lo sciopero proclamato per il 10 marzo ha ottenuto il 100% dell’adesione. Lo comunicano i sindacati.

Il dato riguarda i primi due turni e i lavoratori a giornata, naturalmente con l’eccezione dei dipendenti cosiddetti «comandati», impegnati nella salvaguardia dei macchinari. Impianti fermi, uffici senza impiegati, dalle 5 del mattino mattina con un presidio fino a mezzanotte. «Tutti i lavoratori Tenaris hanno capito e condiviso le ragioni dello sciopero – ha commentato Eugenio Borella, segretario generale provinciale della Fiom-Cgil – da parte nostra ci auguriamo che ora possa partire una trattativa su tutte le questioni aperte, a partire dalla conferma degli apprendisti (che sono circa 120) ma anche, nel caso perduri la situazione di difficoltà produttiva, rispetto all’ipotesi del ricorso al contratto di solidarietà».

Alle 12 hanno portato la propria solidarietà ai lavoratori in sciopero, anche i segretari generali bergamaschi di Cisl, Ferdinando Piccinini, e Cgil, Luigi Bresciani: «La tenuta occupazionale nello stabilimento della Tenaris di Dalmine è di importanza vitale per il territorio – ha detto Bresciani–. Dopo anni di ridimensionamento occorre, anche attraverso un nuovo piano industriale, rilanciare il futuro produttivo del sito incrementando e non diminuendo l’occupazione. Ai lavoratori della Dalmine, alle Rsu va tutto l’appoggio e la solidarietà mia personale e della Cgil di Bergamo».

In queste ore è arrivata anche la nota di solidarietà da parte del Comitato Sindacale Mondiale dei lavoratori di Tenaris e della rete sindacale globale di Tenaris e Ternium (Gruppo Techint). Si esprime «vicinanza e solidarietà con i dipendenti di Dalmine in lotta, per l’ennesima volta, a difesa dell’occupazione e del futuro industriale del sito bergamasco. I 406 esuberi dichiarati per il solo stabilimento storico di Dalmine, rappresentano un costo sociale insopportabile per i lavoratori coinvolti, le loro famiglie e la comunità locale dalminese. Inoltre, sono una minaccia per gli altri siti produttivi italiani del Gruppo: Costa Volpino, Arcore (Monza e Brianza) e Piombino (Livorno). La fase congiunturale legata al calo del prezzo del petrolio e alla relativa domanda dell’industria petrolifera non giustifica una riduzione della capacità produttiva del Gruppo Tenaris in Italia e nel resto del mondo. Rinunciare ad investire nei giovani e nel ricambio generazionale, sospendere gli investimenti nell’innovazione e diversificazione produttiva (esattamente il contrario di quanto previsto in accordi recenti con i rappresentanti sindacali di Dalmine) rischia di avviare una fase di declino pericolosa».

«Per questo – prosegue il Comitato – facciamo nostro lo slogan scelto per lo sciopero di oggi che sta bloccando la fabbrica per 24 ore: “Spegniamo un giorno la Dalmine, per non spegnerla per sempre”. Per questo ci uniamo alla vostra lotta unitaria, sotto le bandiere della Fim-Cisl, della Fiom-Cgil e della Uilm-Uil, affinché la direzione aziendale della Tenaris inverta la rotta e sia coerente con quanto dichiarato anche di recente dai suoi vertici. Chiediamo che gli esuberi siano ritirati! Chiediamo che, attraverso il dialogo con i sindacati e il coinvolgimento dei lavoratori, si ricerchino le soluzioni ai problemi per uscire da questa situazione di difficoltà, guardando al futuro».

«Lo sciopero è riuscito: ha aderito il 100% dei lavoratori – annuncia Emanuele Fantini – questa è la risposta ai 406 esuberi dichiarati dall’azienda: noi rispondiamo con questa modalità, confidando di non doverla inasprire. Ci auguriamo di essere ricontattati rapidamente al tavolo delle trattative, per poter discutere di ammortizzatori, per vedere ritirare gli esuberi e per dare una prospettiva agli apprendisti, sia per il futuro loro, che di quello dell’azienda». «Gli animi dei lavoratori di Dalmine, di tutti i lavoratori, sono particolarmente accesi – nota Fantini –, segno tangibile di una grande preoccupazione e attenzione agli sviluppi che la vicenda potrà avere».

«Questa crisi, se si può dire, di buono ha portato nuova attenzione nei confronti del sindacato – sottolinea Mario Oberti, della Rsu di fabbrica: la gente ricomincia a seguirci. L’adesione dei lavoratori allo sciopero è stata ottima, anche perché il futuro non è roseo né per gli operai, né per gli impiegati. Così, abbiamo visto che tanti iniziano a capire che bisogna “marciare” compatti».

Allo sciopero hanno partecipato anche le delegazioni degli altri stabilimenti italiani del gruppo (Costa Volpino, Arcore, Piombino), segno di una certa preoccupazione nei lavoratori. «Dalmine è il fiore all’occhiello del gruppo, pertanto ci aspettiamo che da qui si disegnino anche le prospettive del futuro di un’azienda importante», ha concluso Fantini. Nel sito di Costa Volpino, è stato effettuato lo sciopero nelle ultime due ore di ogni turno.

© RIPRODUZIONE RISERVATA