Sindacato-Poste, accordo raggiunto per 175 lavoratori del Centro di Gorle

È stato definito positivamente il destino lavorativo di 175 dipendenti delle Poste Italiane che rischiavano il posto in conseguenza del potenziamento tecnologico attuato nella sede di Brescia per la ripartizione della corrispondenza. Ci sono voluti 21 incontri e 5 cinque nottate di discussione serrata - riassume Carmelo Illardo, della Segreteria Lavoratori della Comunicazione della Cgil - per definire in maniera soddisfacente la ricollocazione del personale coinvolto nei processi di riorganizzazione di alcuni Centri Postali Operativi (Cpo) del territorio lombardo. Tra questi, anche il Cpo di Bergamo, che ha sede a Gorle, dove sono occupati i 175 dipendenti interessati dal processo di riorganizzazione.L’accordo raggiunto tra il sindacato e le Poste, ha consentito di ridefinire così la destinazione del personale:

1 - 72 lavoratori saranno collocati nel nuovo Centro lavorazione Residuale (CLR) che verrà istituito

2 - 56 lavoratori potranno trovare collocazione presso gli sportelli postali della provincia, con prospettive di avanzamento professionale

3 - 7 lavoratori potranno essere collocati presso gli uffici postali per attività interne

4 - 40 lavoratori potranno essere destinati all’attività di recapito - postini - presso gli uffici della provincia, oppure trovare collocazionenei Centro Meccanizzati Postali (CMP) a Brescia, Milano-Roserio oppure a Peschiera Borromeo.

La protesta dei lavoratori del Centro di smistamento di Gorle, che si è risolta con l’accordo raggiunto tra sindacato e Poste

La vicenda

- Tutto era cominciato all’inizio dell’estate, quando il centro bergamasco di smistamento della corrispondenza a Gorle aveva subito cambiamenti organizzativi senza alcun accordo preventivo con le rappresentanze dei lavoratori. In pratica, si trattava di modifiche a turni di lavoro e alle lavorazioni assegnate dipendenti, dall’arrivo e dal potenziamento di nuovi macchinari per la ripartizione della corrispondenza nella sede di Brescia CMP (che di recente ha meccanizzato lo smistamento e, per il velocizzarsi del procedimento, ha sottratto alla bergamasca parte del volume di lavoro). In concreto, si stava assistendo al trasferimento di grandi quantità di corrispondenza ad altre sedi e alla riduzione di un cospicuo numero di addetti al turno delle 18.00-24.00.

La causa legale - Le organizzazioni sindacali, oltre a proclamare due scioperi, avevano anche denunciato Poste Italiane al Tribunale di Bergamo per comportamento antisindacale. La causa era stata vinta dal sindacato - assistito legalmente dall’avv. Pierluigi Boiocchi - con sentenza del 15 luglio scorso.

Nella sentenza, il Giudice del Lavoro, Valeria de Risi, dichiarava «antisindacale il comportamento posto in essere da Poste Italiane spa che non ha ottemperato all’obbligo di consultazione delle organizzazioni sindacati previsto dall’art. 6 CCNL in via preventiva rispetto alle innovazioni introdotte presso il CMP di Brescia con ricadute organizzative sul CPO di Bergamo».

Veniva così ordinato alle Poste di cessare il comportamento adottato, dichiarando nel contempo l’illegittimità dei provvedimenti adottati, e rivolti al trasferimento degli addetti.

Ora la vicenda si è chiusa, con le nuove prospettive di collocazione del personale.

(27/10/2005)

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