Stipendi in ritardo: ore di sciopero fino a mercoledì alla Fillattice di Capriate

Stipendi in ritardo, tagli di servizi all’interno dell’azienda: sono i motivi principali dello sciopero in corso fino all’alba di mercoledì 19 ottobre alla Fillattice S.p.a. di Capriate con un’ora di astensione dal lavoro per tutti i turni (che proprio per l’organizzazione diversificata si spalmano su quasi tre giorni).

Al centro della protesta nell’azienda che produce filati sintetici ci sono - come detto - il continuo slittamento nel pagamento degli stipendi, che arrivano ai lavoratori con 10-12 giorni di ritardo, e i tagli dei servizi effettuati all’interno dell’azienda, dalla pulizia degli spazi comuni, in particolare dei bagni, al razionamento dei punti dove è possibile reperire acqua potabile. Ritardi nei pagamenti e tagli - è detto in un comunicato del sindacato Filcem-Cgil -sono da imputare ai gravi problemi di liquidità che la Fillattice sta attraversando in questo periodo, dove risulta anche difficile la continuità della lavorazione per le difficoltà nel pagamento delle materie prime. Le ore di sciopero, in cui verranno svolte assemblee sindacali, si ripeteranno dalle 11 alle 12, dalle 13 alle 14 e dalle 21 alle 22 di domani, martedì 18 ottobre, e dalle 5 alle 6 di domani e di mercoledì mattina.

La Fillattice S.P.A. a fine giugno aveva annunciato complessivamente 108 esuberi nelle due sedi, di cui 90 a Capriate (su un totale di 281) e 18 a Gironico.

Nel luglio scorso era stato siglato l’accordo tra sindacati, RSU, azienda e Unione Industriali di Bergamo e Como. La maggior parte delle richieste del sindacato era stata accolta: era stata ottenuta la Cassa Integrazione Straordinaria per poter gestire la riorganizzazione come anche la verifica dei 108 esuberi.

La Cassa Integrazione, partita il 15 agosto scorso e con la durata di un anno, riguarda un massimo di 281 dipendenti a Capriate. Il fatto che il numero massimo coincida con la totalità dei lavoratori è motivato dal principio della rotazione (rivendicato dal sindacato) secondo il quale non vengono già predeterminati coloro che, dopo la Cassa, potrebbero essere lasciati fuori dall’azienda. In teoria, tutti, a turno, entreranno in Cassa integrazione.

Nei primi 15 giorni di ottobre erano in Cassa una sessantina di lavoratori.

«Dopo l’accordo del luglio scorso sulla Cassa Integrazione - afferma Elisabetta Giglio della FILCEM-CGIL - come sindacato abbiamo attuato una continua verifica della rotazione della Cassa. In questi mesi abbiamo rilevato un progressivo peggioramento della situazione dei lavoratori all’interno dell’azienda. Ecco, allora, lo sciopero di questi giorni per chiedere una risposta in merito alle prospettive dell’azienda in tempi di mancanza di liquidità e in merito ai ritardi negli stipendi e ai servizi tagliati».

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