Tenaris, fatturato giù del 44%
Tra le cause la crisi del petrolio

Il prezzo del petrolio basso e la conseguente riduzione dei progetti di perforazione nel mondo, oltre alla pressione continua sui prezzi di vendita, hanno svantaggiato Tenaris, con un avvio di anno complicato per il Gruppo.

Alla Dalmine, fra l’altro, proprio per effetto della crisi innescata dal crollo del prezzo del petrolio, da settembre è in vigore il contratto di solidarietà e mancano una ventina di uscite rispetto alle 298 previste (su un organico a fine 2014 di 2.303 persone).

Il primo trimestre Tenaris si è chiuso con un fatturato crollato del 44% a 1,26 miliardi di dollari contro i 2,25 miliardi dei primi tre mesi del 2015. Drastica la riduzione anche dell’utile netto: meno 89% a 28 milioni di dollari (contro 254 milioni).

Rispetto all’ultimo trimestre del 2015, tuttavia, chiuso con una perdita di 45 milioni, si registra un miglioramento del risultato finale, che il gruppo è riuscito comunque a mantenere in utile. Questo, sottolinea la nota Tenaris, è stato possibile grazie al miglioramento dei risultati operativi, al contributo positivo di società non consolidate e a un carico fiscale inferiore.

Il margine operativo lordo (Ebitda) è sceso del 61% rispetto al primo trimestre 2015, scendendo a 205 milioni dai 527 di un anno fa. Rispetto all’ultimo trimestre dell’anno scorso, tuttavia, il calo è stato contenuto all’8% e l’incidenza sul fatturato è leggermente migliorata salendo dal 15,7% al 16,3%. Questo è stato possibile grazie a un contenimento delle spese generali, amministrative e di vendita.

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