Tfr, 55 milioni di euro per gli artigiani

Nel 2008 il trasferimento alla previdenza complementare interesserà 15 mila imprese orobiche del settore Il presidente Calegari: «Il nostro obiettivo è creare un fondo pensione a carattere regionale»

Entrerà in vigore il 1° gennaio 2008 il trasferimento del trattamento di fine rapporto (Tfr) ai fondi di previdenza complementare, e a questa scadenza l’Associazione artigiani di Bergamo dedica buona parte della sua Conferenza organizzativa in programma questa settimana a Creta. Questo trasferimento in Bergamasca riguarderà quasi 15 mila imprese artigiane, su un totale di circa 34 mila (sono escluse quelle «familiari» o senza dipendenti), che occupano 45 mila lavoratori dipendenti, secondo quanto emerso da un confronto fra i dati di Infocamere e quelli dell’Ufficio studi dell’Associazione artigiani di Bergamo.

Si tratta di una partita importante: secondo le stime dell’Associazione infatti il Tfr maturando, ovvero quello che sarà interessato dal trasferimento, ammonta per i 45 mila dipendenti artigiani bergamaschi a circa 55,4 milioni di euro all’anno. «Se l’obiettivo della previdenza complementare è quello di erogare una seconda pensione che integri quella a carico dell’assicurazione generale obbligatoria - ha dichiarato Italo Calegari, presidente dell’Associazione artigiani di Bergamo – il nostro è quello di riuscire ad istituire un fondo pensione a carattere regionale».

Il mondo artigiano, infatti, nel 1999 ha dato vita ad un fondo intercategoriale nazionale per tutti i dipendenti delle aziende artigiane, a eccezione di quelle edili, denominato Artifond, a cui aderiscono circa 1 milione di lavoratori. «Artifond – ha spiegato Calegari – prevede la possibilità, in presenza di 150.000 associati al fondo nazionale, di istituire un fondo regionale, a patto che la Regione in questione abbia almeno 45 mila associati al fondo stesso».

Portare avanti un progetto di questo tipo, secondo Calegari, è necessario per seguire direttamente la gestione del fondo, anche se l’azione va in ogni caso comunque accompagnata dalla collaborazione con i sindacati, facendo prevalere il dialogo nell’interesse delle imprese e dei lavoratori.

(26/04/2006)

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