Via libera dell’Ue alle polveri?
A Bergamo 24 formaggi a rischio

Numerosa delegazione orobica a Montecitorio per protestare contro il via libera dell’Ue all’utilizzo di polveri nella preparazione.

Sono 63 i formaggi tradizionali lombardi sotto atttacco dopo il via libera dell’Ue all’utilizzo di polveri nella preparazione: 24 quelli bergamaschi. Per questo motivo una folta delegazione bergamasca di Coldiretti è a manifestare davanti a Montecitorio mercoledì 8 luglio. «Con il via libera alle polveri – spiega il delegato provinciale di Coldiretti Giovani Impresa Daniele Filisetti – corrono seri rischi anche i nostri 24 formaggi tradizionali frutto di una maestria casearia tipica del nostro territorio e viene purtroppo ipotecato anche il futuro dei molti giovani che stanno riscoprendo il mondo dell’allevamento. Fortunatamente la produzione dei nostri 9 formaggi Dop si basa su rigidi disciplinari che ne impongono l’utilizzo di vero latte italiano».

Ma negli ultimi dieci anni le stalle bergamasche hanno fatto registrare una contrazione del 29,5 % a causa della crisi, del crollo del prezzo del latte alla produzione e della concorrenza sleale dei prodotti esteri. Il dato emerge da un’analisi di Coldiretti Lombardia diffusa in occasione della manifestazione che ha portato o a Roma allevatori, mastri casari e cittadini per difendere la legge 138 dell’11 aprile del 1974 che da oltre 40 anni garantisce all’Italia primati a livello internazionale nella produzione casearia anche grazie al divieto all’utilizzo della polvere al posto del latte. Il superamento di questa norma provocherebbe l’abbassamento della qualità, l’omologazione dei sapori, un maggior rischio di frodi e la perdita di quella distintività che solo il latte fresco con le sue proprietà organolettiche e nutrizionali assicura ai formaggi, yogurt e latticini Made in Italy.

«Il settore della zootecnia da latte – afferma il presidente di Coldiretti Bergamo Alberto Brivio – è sempre stato il perno del nostro sistema agricolo ed è difficile accettare che abbia perso ben 340 aziende. Purtroppo negli ultimi tempi è stato caratterizzato da una forte sofferenza causata dal calo dei consumi e dalla iniqua remunerazione del latte alla stalla che attualmente è di soli 36 centesimi al litro. Pesano anche le manovre scorrette da parte dell’industria di trasformazione, come quella di voler legare il valore del latte lombardo a quello di un prodotto completamente diverso come il latte tedesco: una vera e propria dichiarazione di guerra alle nostre eccellenze casearie».

A livello regionale il comparto latte ha perso 2.936 allevamenti da latte in dieci anni, ed è passato dagli 8.761 del 2003/2004 ai 5.825 del 2014/2015. «Siamo in piazza Montecitorio a far sentire forte la nostra voce – conclude Brivio – perché il via libera ai formaggi fatti con le polveri invece che con il latte sarebbe l’ennesimo colpo di grazia per gli allevamenti; un diktat dell’Ue, chiaramente sollecitato da qualche lobby industriale animata dalla ricerca del profitto a tutti i costi, che troverà però la ferma opposizione del mondo allevatoriale, deciso a difendere i propri interessi e quelli dei consumatori, legati da un patto basato sulla reciproca fiducia che si rinnova di giorno in giorno».

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