Vino novello, la tradizione è invecchiata
La produzione è in netta diminuzione

Vita dura per il vino novello. Da qualche anno, la produzione è in fase calante. La tradizione del 6 novembre - giorno del «déblocage», termine francese preso in prestito dal Beaujolais, il vino nuovo transalpino, che significa sblocco della commercializzazione - è stata mantenuta, con l’anteprima nazionale alla Fiera di Verona. Al di là comunque del calo, tra novembre e dicembre il Novello rappresenta comunque il 10% delle vendite di vino nella grande distribuzione organizzata, nonostante costituisca meno del 2% della produzione enologica nazionale. Si tratta di quasi 5 milioni di bottiglie, alle quali vanno aggiunte quelle veicolate dal canale della ristorazione, del catering e degli alberghi. Alla fine il mercato complessivo del Novello arriva a contare quasi 12 milioni di bottiglie.Nella Bergamasca la produzione dell’anno scorso era di 27 mila bottiglie, quest’anno di 19 mila. In due anni si è dimezzata, dato che nel 2006 era di 38 mila bottiglie. Il maggior produttore resta Tallarini di Gandosso, con 9 mila bottiglie. Il secondo produttore è Il Calepino di Castelli Calepio, con 5.600 bottiglie. Altre 4.500 bottiglie vengono da Locatelli Caffi di Chiuduno. Hanno invece quest’anno rinunciato a fare il Novello sia Le Corne di Grumello, sia San Carlo di Chiuduno sia Perletti Vini di Sarnico. (05/11/2008)

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