Educazione civica
Le risposte al deficit

Chi ha avuto modo di girare dalle parti di Montecitorio a Roma avrà notato delle fioriere poste intorno alla piazza. Ad un’osservazione più accurata l’occhio cade sui mozziconi di sigarette, sulle cartacce che fanno da contorno. Siamo nel salotto della politica, quella istituzionale, il biglietto da visita del Paese per il turista, il visitatore, ma il costume non cambia. In Italia siamo fatti così, casa nostra è casa nostra, il resto è di tutti e di nessuno. Il decoro urbano è il problema delle città italiane. Viene quindi benvenuta la bozza di proposta di legge di iniziativa popolare avanzata dal sindaco di Firenze. Si chiede di affidare agli educatori delle scuole materne, delle elementari, delle medie l’insegnamento di educazione alla cittadinanza.

Una prassi che in molti Paesi europei e in America è avviata da tempo. Si tratta solo di insegnare al bambino che la carta non si butta per terra. Niente di rivoluzionario, solo l’acquisizione di abitudini che rimangono nel tempo. Se il piccolo scolaro della materna si abitua a rispettare il bene comune già all’asilo, tutto si semplifica. L’uovo di Colombo.

Un gruppo di scolari italiani in visita di scambio in Germania si trova in imbarazzo quando sale su un autobus. La gente parla a bassa voce e sembra di essere in chiesa. Questioni di abitudine, ma il viaggiatore che vuole leggere sul treno in Germania lo può fare mentre in Italia gli riesce più difficile. Parlare al telefono come se si fosse a casa propria è prassi comune. Del resto per far passare l’abitudine alla cintura di sicurezza in auto ci sono voluti i dissuasori acustici. E parlare con il cellulare al volante diventa meno frequente per merito di Bluetooth. La tecnologia aiuta a rispettare le regole. Ed è forse a causa di questa vocazione alle ragioni della rete e quindi del computer che i 5 Stelle hanno questa propensione ad esaltare le regole. Perché la tecnologia aiuta ma al contempo chiede rispetto. Se si vuole inserire un indirizzo e-mail si deve stare attenti ai punti, ai trattini, alle virgole. Con il computer si può fare molto ma se non si rispetta la procedura il risultato non si ottiene. La nostra società è sempre più orientata al risultato. Per conseguirlo occorre rispettare un procedimento, avere degli automatismi. I rifiuti possono essere smaltiti in modo efficace se i cittadini rispettano le procedure e fanno la raccolta differenziata. L’inquinamento si abbatte se si diminuisce la dispersione termica degli appartamenti. Se si ricorre al mezzo pubblico. Il quale a sua volta esige che si paghi il biglietto per evitare che la società di trasporti vada in perdita .

La nostra convivenza è sempre più orientata dalle regole. Per una bici o un’auto a condivisione nelle grandi città occorre registrarsi ed adeguare il nostro comportamento alla tecnologia applicata al trasporto. Tutto questo fa sì che una società moderna per poter ben funzionare debba avere dei codici di comportamento. Se non lo fa, non progredisce e quindi resta ai margini della civilizzazione. È quindi di significato che il primo partito italiano abbia fatto del rispetto delle norme della convivenza civile il suo simbolo. La corruzione è il male italiano. È bene non farsi illusioni . Anche i 5 Stelle hanno avuto i loro problemi e le loro contraddizioni. Il loro mentore ha definito Rita Levi Montalcini non con i titoli propri riservati ad una scienziata di fama internazionale ed ha patteggiato la causa per diffamazione. Non c’è solo Berlusconi sulla graticola del politicamente corretto. Ma resta il fatto che insegnare l’educazione civica agli italiani rimane pur sempre un dovere. Meglio, una missione.

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