Fake news e verità
L’appello del Papa

La Chiesa è sempre attenta agli strumenti della comunicazione, ai loro linguaggi e agli effetti sulla società. Nel 1963, il Concilio Vaticano II ha voluto testimoniare questa attenzione istituendo la «Giornata mondiale delle comunicazioni sociali». Nel decreto conciliare Inter Mirifica si legge: «Al fine di rendere più efficace il multiforme apostolato della Chiesa con l’impiego degli strumenti di comunicazione sociale, ogni anno in tutte le diocesi del mondo, a giudizio dei Vescovi, venga celebrata una giornata nella quale i fedeli siano istruiti sui loro doveri in questo settore».

Così, ogni anno il 24 gennaio il Papa – in occasione della ricorrenza di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti – indirizza un messaggio alla Chiesa perché si celebri questa giornata nella domenica che precede la Pentecoste. Il tema prescelto per la cinquantaduesima giornata, che cadrà il 13 maggio del 2018 è: «La verità vi farà liberi. Notizie false e giornalismo per la pace».

Con questa giornata la Chiesa intende offrire un contributo, proponendo una riflessione sulle cause, sulle logiche e sulle conseguenze della disinformazione. Come precisato dalla Segreteria per la comunicazione vaticana, sarà affrontato anche il tema delle «fake news», cioè di quelle «informazioni infondate che contribuiscono a generare e ad alimentare una forte polarizzazione delle opinioni, con una distorsione spesso strumentale dei fatti, con possibili ripercussioni sul piano dei comportamenti individuali e collettivi».

Il testo di riferimento della giornata è il Vangelo di Giovanni, 8,32: «La verità vi farà liberi». Ma, in merito, altrettanto importante è il richiamo al Vangelo di Matteo, cap.12: «Ma io vi dico che di ogni parola infondata gli uomini renderanno conto nel giorno del giudizio; poiché in base alle tue parole sarai giudicato e in base alle tue parole sarai condannato». Oggi, questo messaggio è da molti sempre più disatteso. Si è diffusa la moda di servirsi della rete per propagare false notizie, che rischiano di creare danni irreparabili a persone, aziende e istituzioni. Recentemente il Garante per la privacy ha annunciato che dedicherà grande impegno alla questione della «verità» delle notizie, confermando che si è di fronte ad un vero e proprio salto nel buio nella diffusione di «fake news».

A destare la sua attenzione è stato, in particolare, il pandemonio scatenato dalle «notizie» secondo cui vaccinare i bambini avrebbe significato esporli al rischio di diventare autistici. Ciò ha avuto come conseguenza l’abbassamento della soglia vaccinale al punto tale da rendere necessario l’obbligo della vaccinazione per la popolazione scolastica. Ne sono seguite polemiche, ricorsi, movimenti «no vax o free vax» che continuano ad alimentare le dicerie sull’autismo. Un’intera società è stata scossa, sono intervenuti seri rischi per la salute, si sono alimentate tensioni, ma non si è potuto accertare di chi siano le responsabilità. Di fronte alla guerra delle «fake news» siamo di fatto inermi, andiamo a petto nudo contro l’arma micidiale del falso che alimenta un mondo parallelo dove non ci sono regole.

Fa molto bene, quindi, il Papa a porre il mondo dei cristiani di fronte a questo nuovo, inquietante problema. Nel documento dello scorso anno è stato evidenziato, tra l’altro, «il bisogno di spezzare il circolo vizioso dell’angoscia e di arginare la spirale della paura, frutto dell’abitudine a fissare l’attenzione sulle cattive notizie». Da qui l’invito ai giornalisti ad «offrire un contributo alla ricerca di uno stile comunicativo aperto e creativo, che non sia mai disposto a concedere al male un ruolo di protagonista». Di certo questo invito sarà ripreso con ancor maggior vigore nella prossima Giornata Mondiale della Comunicazione.

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