Grillini schiacciati
dalla ruspa di Salvini

Eccolo, il sondaggio che tutti aspettavano. Secondo l’Swg (committente: La7) la Lega avrebbe superato il Movimento Cinque Stelle. Di poco, solo qualche decimale, ma ora entrambi i partiti alleati sfiorano il trenta per cento dei voti. Dato clamoroso se fosse confermato dai voti «veri»: clamoroso perché tre mesi fa, il 4 marzo, giorno delle elezioni politiche, la Lega aveva poco più della metà dei voti dei grillini che superavano largamente il trenta per cento. Una crescita che ha del sensazionale. Ma che in fondo non è difficile da spiegare.

Da quando è entrato al Viminale (quanto sarà rimasto seduto alla scrivania?) Matteo Salvini ha preso a cavalcare il tema dell’immigrazione con una energia che l’ha imposto come il premier di fatto del governo. Ha bloccato i porti, ha costretto la nave Aquarius a cercare asilo altrove, ha polemizzato con Malta, Francia, Spagna, Tunisia, Germania, ma soprattutto ha messo l’Europa di fronte ad un fatto compiuto che ha svelato l’ipocrisia del «povera Italia che fa tutto da sola» però «da noi i migranti sono già troppi, grazie». E come se non bastasse, Salvini ha annunciato il censimento dei rom con preannuncio di espulsione degli irregolari («Quelli italiani purtroppo ce li dobbiamo tenere»). Questo sfrenato attivismo ha naturalmente diviso la pubblica opinione: ha provocato moltissime proteste, accuse, allarmi per il razzismo e persino il fascismo risorgente, ma – par di capire – anche moltissimi voti. Persino una parte degli elettori del Pd non respinge in toto l’attivismo del capo leghista.

Nel frattempo, il M5S ha navigato in acque tutt’altro che tranquille. A causa di Roma, come al solito: è sempre la giunta Raggi a creare grane al movimento. Dopo Raffaele Marra, l’ex braccio destro della sindaca poi arrestato (e su questo la Raggi a giorni sarà in tribunale a risponderne), dopo la girandola di dimissioni di assessori, al culmine delle polemiche sull’inettitudine di un governo cittadino che ha fatto di Roma «la Capitale più sporca d’Europa», ecco che scoppia il caso Stadio della Roma. È il solito teatrino della corruzione romana con in mezzo palazzinari, politici, amministratori, professionisti. Ecco, tra questi ultimi c’è un altro «braccio destro» del sindaco: l’avvocato Lanzalone fatto diventare presidente dell’Acea che si è talmente impicciato dell’affare dello Stadio da finire in galera anche lui. Di recente i grillini hanno clamorosamente perso le elezioni in due popolosi municipi (grandi come un paio d grosse province italiane), chissà quando si andrà a votare per il Campidoglio cosa accadrà.

E mentre Di Maio deve occuparsi di questo verminaio (che coinvolge due ministri, Fraccaro e Bonafede, e il capo della piattaforma Rousseau, Casaleggio), non riesce ad imbroccare – come Salvini – un cavallo vincente. Ha poi tra i piedi le maxi grane dell’Ilva e presto dell’Alitalia (senza contare le grandi opere) mentre per il momento di reddito di cittadinanza il ministro Tria non vuol sentir parlare: bisogna prima trovare dodici miliardi per evitare l’aumento dell’Iva. Non c’è insomma da meravigliarsi se le ultime elezioni amministrative per i grillini siano andate male: e adesso esce questo sondaggio che dà la Lega in fase di sorpasso. Non è un mistero che la base parlamentare del Movimento comincia a mormorare, vuoi per insoddisfazioni personali (la distribuzione di poltrone e poltroncine di governo) vuoi per l’alleanza con un socio di minoranza che si muove come il padrone di casa, e sposta decisamente verso destra il baricentro della maggioranza. In tutto ciò Conte, l’esecutore di palazzo Chigi, dopo aver ricucito con Macron (per gli insulti volati da Parigi sul caso Aquarius) ora deve intrattenere buoni rapporti con la Merkel nel suo primo viaggio a Berlino.

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