Liberare il centro dalle auto
La sfida è possibile

Problema o opportunità? La mobilità è stata finora un tallone d’Achille per Bergamo. Il terreno è da sempre minato per gli inquilini di Palazzo Frizzoni, sia in versione centrodestra che centrosinistra. Ora la Giunta Gori ha annunciato che le strisce blu del centro saranno a pagamento anche la domenica e si sono scatenate le polemiche. L’amministrazione comunale ritiene che parcheggiare gratis nel «salotto» della città sia un lusso che ha fatto il suo tempo.

La ratio che ci sta sotto è chiara: disincentivare l’uso delle auto nel cuore di Bergamo e al contempo favorire l’utilizzo dei parcheggi periferici e dei mezzi pubblici. La scelta è forte, decisa per una città abituata a mediare in eterno, da sempre attenta a non scontentare nessuno. È una scelta indicativa della strada che si vuole intraprendere anche con altri provvedimenti allo studio come la revisione complessiva della sosta (che introdurrà il pedaggio per i residenti, altra questione caldissima), la pedonalizzazione del centro, le piazze storiche liberate dalle auto, oltre ai grandi temi del metrobus e delle corsie preferenziali per i bus.

Le strisce blu a pagamento la domenica sono insomma un primo tassello di un disegno più ampio, che rientra nella logica di una mobilità sostenibile. Il tassello appare condivisibile, non «una follia» come va sostenendo la Lega. Liberare i centri dalle automobili è un obiettivo da perseguire non solo per ragioni ambientali, ma anche per migliorare la qualità della vita e restituire vivibilità al centro e a tutta la città. Un giro per l’Europa potrebbe tornare utile a qualche politico locale. Non è una questione di voler far cassa (i soldi incassati andranno ancora in investimenti sulla mobilità...) o di voler penalizzare determinate categorie commerciali, che probabilmente da un’adeguata rotazione dei parcheggi avranno benefici in termini di potenziali clienti in più.

La realtà impone interventi coraggiosi come quelli portati avanti in molti Paesi europei e in qualche città d’Italia, nonostante l’iniziale opposizione dei commercianti (perché tutto il mondo è paese...) e dei cittadini. I tempi appaiono maturi per un cambio di passo deciso. Le code e l’assalto disperato ai parcheggi su strada nelle domeniche dei grandi eventi sul Sentierone sono scene di cui si può fare volentieri a meno. «Il problema di fondo non è più gestire il traffico, ma ridurre le auto che entrano in città. La sosta su strada va ridotta in centro, bisogna proprio dare l’impressione che superata una certa soglia non c’è possibilità di trovare parcheggio» raccontava un paio di anni fa al nostro giornale Sergio Arnoldi, papà dello storico Piano Arcobaleno, che vent’anni fa divideva la città in diverse zone per la sosta e che ora è in fase di revisione da parte del Comune. Pensiero attualissimo.

Le strisce blu sono un primo passo in questo senso. «Questa è la nostra area C» ha detto l’assessore alla Mobilità Stefano Zenoni, A Milano l’area C ha dimostrato l’efficacia delle politiche della tariffazione
 per
contenere
il
traffico (meno 30 per cento dall’entrata in vigore),
riequilibrando
la
convenienza
nell’uso del mezzo privato e riorientando
la
domanda
verso
modi
di
 trasporto
maggiormente
sostenibili. A Bergamo Palafrizzoni punta allo stesso obiettivo attraverso analoghe politiche di pricing, di tariffazione per disincentivare l’accesso senza regole al cuore della città. È chiaro che far funzionare tutto il sistema richiederà anche un servizio di trasporti pubblici all’altezza, con linee in più, corse potenziate e magari corsie preferenziali. Per far questo, manco a dirlo, si dovrà investire molto in mobilità, eterno nodo cruciale in tempi di vacche magre.

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