Nuova edilizia
Per il bene comune

In questi ultimi tempi, guardando le immagini del nostro povero Paese devastato da terremoti, crolli e dissesti, mi sento addolorato e adirato. I proclami che automaticamente scattano in queste occasioni non lasciano quasi mai traccia e l’ incuria finisce per vincere. Una scintilla positiva è rappresentata almeno dall’ intenzione manifestata da tutte le forze politiche di collaborare per risolvere prontamente l’ emergenza.

Gli Stati Generali della «Nuova edilizia» che si sono svolti ieri alla Fiera di Bergamo vogliono offrire un contributo affinché qualcosa cambi e le intenzioni diventino fatti, opere, realizzazioni. Come è possibile uscire dallo sterile e ciclico ripetersi degli eventi? Alla cultura della contrapposizione che ci fa guardare tante volte con sospetto al nostro interlocutore di turno occorre sostituire uno sguardo aperto e privo di preconcetti che ci fa percepire l’ altro non come ostacolo, ma come aiuto alla realizzazione di progetti per il bene comune. L’ impresa non può essere «contro» l’ architetto, l’ architetto «contro» l’ ingegnere e l’ ingegnere «contro» il geometra, la banca «contro» l’ artigiano. Il privato «contro» il pubblico. E così via.

Proviamo a immaginare tutti questi soggetti capaci di lavorare per uno scopo e per un bene comune valorizzando le capacità di ciascuno.

Non si tratta di una vaga astrazione teorica. Con la tipica concretezza che caratterizza la gente bergamasca, agli Stati Generali abbiamo lanciato delle proposte che possono essere esemplari e replicabili in molti modi. È evidente e sotto gli occhi di tutti l’ enorme difficoltà da parte dello Stato e delle pubbliche amministrazioni di curare e guarire le ferite del nostro territorio e più ancora di prevenire queste ferite. Allora proviamo a creare una collaborazione virtuosa tra pubblico e privato.

Gli interventi a tutela del territorio si potrebbero moltiplicare con l’ applicazione di una normativa fiscale analoga a quella già in vigore per le ristrutturazioni e le riqualificazioni energetiche. La proposta è quella di permettere un recupero fiscale a chi realizza a proprie spese interventi di protezione e tutela del territorio in aree private. Questo innescherebbe un processo virtuoso per la manutenzione del territorio e la qualità dell’ ambiente e creerebbe occasioni occupazionali a tutta la filiera dell’ edilizia. Anche il turismo ne beneficerebbe e il nostro patrimonio ambientale, culturale e artistico sarebbe meglio protetto e valorizzato.

Inoltre, come accade per alcune opere pubbliche, chiediamo un’ esenzione Iva sia per il pubblico che per il privato, facilitando la realizzazione di progetti a tutela dell’ ambiente e delle persone.

Agli Stati Generali le proposte sono piaciute.

Il viceministro Enrico Morando le ha ascoltate e apprezzate: non tutto si potrà fare, ma qualcosa è meglio di niente. Ma non basta: anche alla Regione Lombardia abbiamo avanzato una proposta affinché attraverso un coordinamento efficiente e la messa a disposizione di risorse, peraltro non esorbitanti, si aiuti ogni singolo Comune ad effettuare una mappatura razionale del proprio territorio evidenziando i rischi idrogeologici e pianificando un monitoraggio e un conseguente programma di manutenzioni necessarie per mantenere in equilibrio l’ ambiente e prevenire fin dove possibile i disastrosi dissesti a cui tante volte assistiamo impotenti.

Partiamo con un progetto pilota - e noi bergamaschi ci offriamo per questo - e poi diffondiamolo su tutto il territorio. I professionisti e le imprese devono fare la loro parte proponendo soluzioni che sappiano sfruttare al meglio le innovazioni tecnologiche riducendo tempi e costi degli interventi. Occorre una formazione continua e all’ avanguardia. Da qui l’ Accademia dell’ edilizia lanciata agli Stati Generali. Occorre che le pubbliche amministrazioni e i committenti paghino puntualmente chi lavora.

Ciascuno faccia la sua parte.

Sono solo due esempi, la proposta di una defiscalizzazione delle opere a difesa del territorio e la mappatura dei rischi, ma rappresentano una rivoluzione culturale che sintetizza l’ essenza degli Stati generali della «Nuova edilizia»: quel rinascimento urbano necessario per il nostro territorio, per il bene dei nostri figli, per il bene di tutti.

Coordinatore Tavolo per l’ ediliziaVicepresidente Camera di Commercio.

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