Renzi e il rischio
di imitare Berlusconi

Matteo Renzi ha messo in conto l’escalation polemica sul caso Guidi-Boschi e pensa di uscirne vincitore. D’altra parte è stato lui in persona a portare la tensione al massimo grado quando domenica dopo pranzo, in televisione, ha detto: «La decisione di sbloccare l’impianto di Tempa Rossa è mia, prendetevela con me», così assumendo su di sé la piena responsabilità politica dell’intera faccenda.

È sembrato subito un attacco plateale ai giudici oltre che all’opposizione, tanto è vero che, per essere ancora più chiari, davanti alla direzione del partito Renzi ha insistito: «Le indagini della procura di Potenza non sono mai arrivate a sentenza» alludendo probabilmente al fatto che l’inchiesta fu avviata dal celebre pm «dei vip» John Woodcock. I giudici se la sono presa, e l’Associazione nazionale magistrati ha fatto subito uscire un comunicato di critica al presidente del Consiglio che poi, in una videochat ha un po’ precisato: «Nessuna critica ai magistrati, come faceva Berlusconi quando stava al mio posto, vogliamo solo che facciano in fretta». Per poi ricordare: «Le sentenze sono valide solo quando passano tutti i gradi di giudizio». E quanto a Tempa Rossa: «Siamo orgogliosi di averla sbloccata dopo un decennio».

Insomma, Renzi va diritto all’attacco sfidando la magistratura a emettere una sentenza, se è in grado di farlo, e lanciando il guanto anche all’opposizione che spera di lucrare un successo politico da queste disavventure del governo. Il premier non si fa intimidire da quella che considera «giustizia a orologeria», clamorosamente scoppiata proprio alla vigilia di un referendum sulle piattaforme petrolifere («spero che fallisca», dice) che, senza tutto questo clamore, quasi certamente sarebbe andato deserto, e adesso chissà.

Questo andare allo scontro in campo aperto rende assai più difficile il rapporto con la minoranza interna. Gianni Cuperlo, che pure è uomo timido e privo di asperità caratteriali, in direzione ha svolto un intervento durissimo, quasi al limite dell’offesa personale nei confronti del premier-segretario:«Stai dimostrando di non avere la statura del leader» ha scandito, con la voce che gli tremava, l’ex compilatore dei discorsi di D’Alema catapultato in prima linea più dalle circostanze che dalla sua ambizione.

Perché questo incattivirsi dei rapporti è pericoloso? Perché la mozione di sfiducia al governo scritta dai grillini è stata presentata al Senato, dove ogni voto è contato e vale oro. Se ci dovesse essere qualche altra defezione nel Pd, qualche fuoriuscita dal partito verso Sel, il ruolo di soccorritore di Denis Verdini si rivelerebbe ancor più determinante per tenere in piedi la maggioranza. Ma siccome Verdini è un condannato per corruzione, il suo aiuto soprattutto ora sarebbe altamente controproducente per l’immagine del governo. E siamo vicini alle elezioni amministrative.

La fortuna di Renzi è che le opposizioni come al solito vanno all’assalto di palazzo Chigi in ordine sparso e dunque con ridotta capacità di sfondamento. Oltretutto la mozione di sfiducia del centrodestra sarà presentata alla Camera dove Renzi ha una larga maggioranza e non corre rischi, il che fa supporre che sotto sotto il vecchio patto del Nazareno ogni tanto torni in vita.

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