Se Google diventa
la risposta a tutto

«Lo sai che ha tre lauree? Filosofia, Legge ed Economia». Conversavo con un amico e il discorso è caduto su Marchionne. A un certo punto, mentre ancora parlavo, il mio interlocutore ha distolto completamente l’attenzione per mettersi a digitare sul suo smartphone. Io ho continuato a parlare facendo finta di niente, un po’ indispettito, per due o tre interminabili minuti fino a quando l’amico ha alzato lo sguardo esclamando: «Ecco, visto? Lo sapevo! Filosofia, Legge e un master in economia.

Ha solo due lauree, solo due, in Economia ha conseguito un master!». In quei due o tre minuti non mandava messaggi su WhatsApp o Facebook, aveva digitato «Marchionne» su Google, il grande totem digitale dell’era moderna che ci ha cambiato la vita e aveva scoperto la sua verità. Mi aveva preso in castagna, la soddisfazione era evidente.

La sera prima al cinema, durante la visione di «Dunkirk», era tutto un digitare sui telefonini, che si accendevano nel buio come candeline di Natale. La gente voleva capire se era tutto vero quello che stava vedendo, ma non lo capiva subito perché «Dunkirk» è la traduzione inglese di «Dunkerque», il comune francese al confine col Belgio da cui l’esercito anglo-francese venne evacuato, incalzato dai tedeschi all’inizio della Seconda guerra mondiale. I più si fermavano alla recensione del film, che sta nei famosi primi tre items della schermata. Oltre di solito non si va. Si fa troppa fatica. «Google» ci ha fatto fare molti progressi nelle discussioni tra conoscenti. Avete presente quelle domande di solito inevase a una cenetta tra amici, tipo «Ma quanti anni ha George Clooney?» oppure «Avete visto Robert Redford e Jane Fonda a Venezia? Mi pare che siano settantenni entrambi. Sembra ieri che giravano a piedi nudi del parco». Oggi il problema è risolto, c’è sempre quello che tira fuori il cellulare e declama come un oracolo: «George Timothy Clooney (Lexington, 6 maggio 1961) è un attore, regista, sceneggiatore, produttore cinematografico e imprenditore statunitense, dunque ha 56 anni». E naturalmente: «Robert Redford ha 81 anni, Jane Fonda ne compie 80 il 2 dicembre».

Ormai è una mania, se state parlando in un gruppo c’è spesso quello che estrae il cellulare e verifica su «Wikipedia» se quello che dite è vero, pronto a contraddirvi. I «precisetti» di tutto il mondo hanno trovato la loro arma atomica. Se va avanti così l’unica soluzione sarà spegnere la wi-fi e forse strappargli di mano l’aggeggio. Oppure premettere come a teatro: «Attenzione, stiamo per fare una conversazione, siete pregati di spegnere i cellulari». Il punto è che ormai andiamo su Google anche per metterci il collirio. Dal 2004 ad oggi le ricerche sono aumentate del 140%.È la stessa compagnia californiana a spiegarlo. C’è chi si affida a Google per sapere come fare il nodo della cravatta o chiede risposte per sapere come baciare, fare la dieta, disegnare, riparare un rubinetto, cucinare i pan cake, scrivere una lettera di presentazione, bollire un uovo. E fin qui va benissimo, è indubbio che il motore di ricerca è un aggregatore di notizie che ci migliora la vita. Il problema è quando gli si affida un ruolo quasi onnisciente, poiché ci si rivolge al totem digitale anche per sapere se si è rimaste incinta. Ogni tanto i giornali pubblicano la «top ten» delle domande più strane rivolte a Google. Eccone alcune: «I vermi hanno gli occhi?»; « I maiali sudano?»; «I pinguini hanno le ginocchia?», fino ad arrivare a domande un po’ più esistenziali del tipo: «Quando morirò?» e «Cosa devo fare della mia vita?». E al numero uno la domanda delle domande: «Come mi libero dell’acne?».

Bisognerebbe ricordarsi che su certi temi non sempre un motore di ricerca può essere completo. Perché un falegname e un idraulico sono più esaurienti per spiegarti come si ripara una finestra o un lavandino. E soprattutto sarà sempre un medico, che ha un cervello che ha studiato medicina per dieci anni e non un aggregatore di notizie, a dirti se sei ammalato di colite ulcerosa o gastroenterite.

A proposito, sulla terza laurea di Marchionne avevo ragione io, è laureato anche in Economia. Glielo avevo sentito dire di persona in una delle sue rarissime conferenze a Milano, nell’ambito di un incontro con gli studenti di una prestigiosa università. Ma il mio amico ha assentito pietosamente guardandomi con aria di commiserazione. Figuriamoci se questo ne sa più di Google.

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