Stangata di fine anno
Brutto film già visto

Come da tradizione, insieme al cotechino e alle lenticchie ecco arrivare per Capodanno gli aumenti delle tariffe di luce e gas. Un grande classico, una stangata che si trascina dietro una raffica di rincari: dalla Tari, la tassa sui rifiuti (aumento medio di 49 euro) alle assicurazioni (55 euro), dalle tariffe postali (18 euro) ai costi per la tenuta di un conto corrente bancario (38 euro) fino ai pedaggi, che aumentano un po’ in tutta Italia con una media del 2,74 per cento nei principali tratti autostradali. L’Adusbef calcola un aumento per effetto di luce e gas di 591 euro, che sale fino a 952 euro considerando le spese extra per i consumi. Luce e gas sono da sempre le regine dei rincari, legate come sono al quadro mondiale dell’energia, dai gasdotti alle strategie dell’Opec e ultimamente delle nuove tecniche di estrazione del greggio americano. Dal prossimo primo gennaio la famiglia tipo registrerà un incremento del 5,3 per cento per le forniture elettriche mentre per quelle del gas si arriverà al 5 per cento. Lo prevede l’aggiornamento delle condizioni economiche di riferimento per le famiglie e i piccoli consumatori da parte dell’Autorità per l’energia.

L’agenzia governativa sottolinea che per l’elettricità è stato decisivo l’incremento dei prezzi all’ingrosso e dei costi per adeguatezza e sicurezza. L’incremento della corrente elettrica infatti è legato al rialzo dei prezzi del petrolio. Dopo aver riassorbito il boom del cosiddetto «shale oil» americano, che ha tenuto basse le tariffe per la legge della domanda e dell’offerta, alla fine i Paesi arabi sono riusciti a contenere i danni e a provocare l’ennesimo rialzo dei prezzi del greggio, anche perché il mondo consuma sempre più petrolio dopo il risveglio dei giganti economici cinese e indiano.

Per il gas la situazione è molto semplice: arriva il previsto effetto invernale. La spesa della famiglia tipo per la bolletta del gas, specifica l’Authority nella sua nota di aggiornamento, sarà di circa 1.044 euro, corrispondente ad un aumento di circa 22 euro l’anno.

Per il Codacons si tratta di aumenti delle tariffe del tutto sproporzionati e che avranno un impatto elevatissimo sui nuclei familiari numerosi e sulle famiglie a reddito medio-basso. Oltretutto, come rileva l’associazione di difesa dei risparmiatori, gli aumenti sono determinati da fattori speculativi: alla base del rialzo del gas infatti non c’è un problema di aumento di costi ma semplicemente una questione di domanda e offerta, visto che nei mesi invernali la gente accende il riscaldamento. E c’è persino chi parla di «tasse occulte» all’interno delle bollette di luce e gas: i famigerati oneri di sistema per la dismissione delle centrali nucleari, per le agevolazioni alle imprese energivore, per i regimi tariffari speciali a favore delle ferrovie, per gli incentivi alle fonti rinnovabili.

Il problema però non riguarda solo le tariffe di cui si è parlato. Come ogni anno i rincari, corrispondenti al triplo dell’andamento del costo della vita (1,5 per cento), fanno da volano all’inflazione. Molti economisti esultano, perché dopo anni di guerra da parte della Bce e dei governi stiamo uscendo da un decennio di deflazione. Un po’ di inflazione è considerata utile a riaccendere la ripresa economica. Ma a rimetterci per questa «miccia» inflattiva sono le famiglie e in particolare le famiglie a basso reddito. Poiché, come è noto, l’inflazione «morde» soprattutto i meno abbienti. Pensiamo al Reddito di inclusione, il nuovo sostegno varato dal Governo a favore delle famiglie povere, che va da 187 euro a 485 euro al mese a seconda dei componenti familiari. La raffica di aumenti previsti per il 2018, circa 80 euro al mese, ne «mangerà» una parte non indifferente prima ancora che il Reddito di inclusione sia partito.

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