Fuoriporta Boutique Hotel
all’insegna di Slow Food

Compie un anno ed è stata festeggiata la nuova gestione del Fuoriporta House, il locale pubblico, elegante edificio in stile Liberty, che si trova appena fuori Porta Sant’Alessandro, accanto alla stazione inferiore della funicolare che sale a San Vigilio.

I due titolari – la franco-bergamasca Danielle Marinoni e il piemontese Roberto Falcioni – amano chiamarlo, con un neologismo, «boutique hotel», per dire che offre poche camere ma di qualità. Per la classificazione della Regione Lombardia è una «Locanda», cui si aggiunge un bistrot per la somministrazione di cibi e bevande, con attenzione tutta particolare alle indicazioni sane e gustose del movimento Slow Food. Molta attenzione per la colazione a buffet, sia per gli ospiti dell’hotel che per i clienti di passaggio, con ampia scelta di prodotti freschi e biologici.

In sostanza, dalle 7 del mattino alle 24, qui è sempre aperto e di traffico ce n’è parecchio. Le sei camere, distribuite sui due piani superiori, sono tutte diverse tra loro e presentano un binomio pietra-parquet di grande fascino. I bagni sono ricchi di specchi e cristalli, con sanitari d’avanguardia. Un ascensore collega tutti i quattro piani dell’edificio, quindi anche per i disabili non ci sono problemi.

«Il lavoro non manca – commenta Falcioni, con alle spalle un lungo servizio come direttore d’albergo per le catene Novotel e Sofitel – e spesso lamentiamo di non avere qualche camera in più per accontentare le richieste. La nostra clientela è fatta per il 90 per cento da stranieri del Nord-Europa».

L’attenzione di Danielle Marinoni è tutta rivolta alla gestione del food and beverage, ispirata costantemente ai buoni propositi del movimento di Slow Food, movimento al quale Danielle da anni dà il suo contributo di idee e azione. Grande attenzione quindi ai prodotti di nicchia, al chilometro zero, al «buono, pulito e giusto», a vini e cibi biologici. I taglieri del Fuoriporta non presentano salumi e formaggi dozzinali, ma piccole produzioni doc di contadini-eroi che continuano ad amare la terra e a produrre bene. Nel menù si dà spazio ovviamente ai casoncelli alla bergamasca ma anche al pesce d’acqua dolce (la trota leggermente affumicata) o anche a un pezzo di storia: incuriosisce il piatto dedicato a Bartolomeo Colleoni: tre polpette di carne piemontese cotte a bassa temperatura (il numero tre ricorda lo stemma del condottiero) con salsa al pomodoro e champignons.

Un capitolo a sé meritano la caffetteria (tutta Illy), la vasta scelta di tè e tisane, la varietà di birre anche bergamasche, il buon assortimento di vini di qualità. Per i cocktails entra in campo l’abilità dei due bartender: oltre a quelli classici internazionali, qui sono presenti quattro cocktails «della Casa» intitolati alle quattro porte di Bergamo Alta.

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