Vulcani e mercati
Guatemala colorato

Quindici anni fa, da studente, e solo con il mio zaino e pochi soldi in tasca, ho visitato il Guatemala. Saltando da un rumoroso autobus all'altro, visitando posti meravigliosi come Tikal, il Lago Atitlan e mischiandomi con la popolazione locale nei mercati tipici.

Quindici anni fa, da studente, e solo con il mio zaino e pochi soldi in tasca, ho visitato il Guatemala. Saltando da un rumoroso autobus all'altro, visitando posti meravigliosi come Tikal, il Lago Atitlan e mischiandomi con la popolazione locale nei mercati tipici di Chichicastenango, Quetzaltenango, Antigua e Huehuetenango.

Quando con Malene abbiamo deciso di visitare il Guatemala nel nostro viaggio intorno al mondo, ero molto emozionato perché ero sicuro che a Malene sarebbero piaciuti i coloratissimi mercati locali pieni di artefatti tipici guatemaltechi. Tessuti fortemente colorati, tappeti, coperte, vestiti e una miriade di altre cose, tutte fatte con il duro lavoro dalle mani esperte delle donne Maya provenienti da piccoli e poveri villaggi nel mezzo della giungla.

Dopo due giorni fantastici alle rovine Maya di Tikal, abbiamo guidato attraverso i villaggi di Coban e Sacapulas, parte del percorso su strada sterrata, e siamo finalmente arrivati a Huehuetenango dove ci siamo subito tuffati nel cuore della città alla ricerca del mercato locale e dell'esperienza colorata che ci aspettavamo.

Abbiamo girato per almeno un'ora ma abbiamo trovato solo piccoli negozi che vendono prodotti cinesi. Abbiamo cambiato zona, sperando in un cambiamento. Niente. In tutta la città le strade erano piene di negozi che vendevano cineserie. No colori, no manufatti locali, non piccole donne anziane che vendono i loro prodotti artigianali Maya, solo plastica di bassa qualità. Una delusione.

La gente locale ci ha spiegato che negli ultimi 10 anni il Guatemala è stato «conquistato» dai cinesi che vendono i loro prodotti a basso costo e, peggio ancora, copiano i manufatti tradizionali del Guatemala e li vendono a 1/10 del prezzo normale. In questo modo, in pochi anni hanno completamente distrutto il commercio locale. Un vero peccato.

Abbiamo cosí deciso di spostarci a Sud, verso le città di Quetzaltenango e Chichicastenango per vedere se la situazione migliorava. Fortunatamente il governo guatemalteco è riuscito almeno a mantenere inalterati i valori locali in queste due cittá, roccaforti incontaminate.

Lungo la strada abbiamo fatto una sosta al vulcano Tajumulco. Dopo il Wedge Mountain, il Mt. Rainier e il Mt. Shasta, tutti ubicati in Nord America, questa volta è toccato al Vulcano Tajumulco, 4.220 metri, la vetta più alta dell'America Centrale.

Abbiamo voluto scalarlo di notte, con la luna piena, per arrivare alla vetta prima dell'alba per goderci il fantastico panorama sul Messico e sui vulcani del Lago Atitlan. Di per se la salita non presenta nessuna difficoltà tecnica, ma le basse temperature, i venti freddi in quota e il fatto che il vulcano sia frequentato pochissimo, rendono questa gita di tutto rispetto. Non esistono mappe o sentieri segnati.

L'uso di coordinate satellitari su gps e un buono spagnolo per chiedere info ai locali sono di fondamentale importanza per la buona riuscita dell'avventura. Siamo partiti all'una del mattino alla luce della luna piena e seguendo una strada sterrata abbiamo attraversato dapprima un abitato di campesinos (dove siamo stati attaccati da 5 cani inferociti….) per poi arrivare al sentiero vero e proprio (a quota 3.300 circa).

Dopo una mezz'ora circa abbiamo raggiunto un pianoro a quota 3.700 metri da dove abbiamo svoltato verso Nord per entrare in un bosco di pini. Il sentiero ci ha portato fino in cresta da dove abbiamo raggiunto il passo tra i due crateri. Virato a Est, abbiamo camminato altri venti minuti e, alle 4.15, abbiamo raggiunto la vetta del vulcano. Ottima scelta portare con noi i piumini d'alta quota che ci hanno aiutato a sopportare vento e freddo nell'ora di attesa prima che il sole sorgesse.

A sorgere del sole (5.30 circa) lo spettacolo è stato indimenticabile. Dopo le foto di rito abbiamo iniziato la discesa fino al ristorante al cruce di Tajumulco. Lasciato il Guatemala, abbiamo guidato senza molte fermate attraverso El Salvador, Honduras e Nicaragua, per arrivare in Costa Rica. Ora il nostro obbiettivo è il Cerro Chirripò nel Centro Sud del Costa Rica (3.820 mt). Alla prossima.

Marco Ponti

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Eco di Bergamo La tappa in Guatemala