Cavernago sotto choc per Matteo
Il suo sorriso si è spento a 11 anni

La terribile malattia che l’aveva colpito quattro anni fa purtroppo non gli ha lasciato scampo. Sognava di fare il vigile del fuoco, come il suo papà.

Le sue condizioni si erano aggravate già da qualche tempo, un neuroblastoma particolarmente aggressivo, non gli ha lasciato scampo. Si è spento lunedì 7 settembre Matteo Pisani, di Cavernago: aveva solo 11 anni. Ha lottato come un leone fino a che le forze glielo hanno permesso. Al suo fianco, da quattro anni, c’erano papà Domenico, 56 anni e mamma Francesca Lozza di 47, e dei fratelli Alessandro e Gabriella.

Era il 2016 quando, da alcune analisi era emersa la presenza di un neuroblastoma. Un esito spiazzante che ha stravolto l’esistenza di Matteo e della sua famiglia che è stata risucchiata in un gorgo di ospedali, esami e cure costose. «Abbiamo girato diversi ospedali – racconta il padre - tra cui quelli di Bergamo, Pavia e persino di Roma dove abbiamo sempre trovato dei medici eccellenti, che hanno fatto del loro meglio ma che, purtroppo, si sono trovati davanti a un muro».

Col passare del tempo la malattia peggiorava e Matteo, da più di un anno, aveva perso l’uso delle gambe. «Fin da piccolo - prosegue Domenico - mio figlio si cimentava in diverse discipline sportive tra cui il nuoto, gli sci e, quando andavamo al mare in Liguria, la pesca. Per non parlare delle arrampicate fino a 20 metri di altezza. Ricordo ancora quando, dopo il Cre, mi seguiva in sella alla sua bicicletta mentre andavo a correre. Poi, purtroppo, la malattia è peggiorata e Matteo non riusciva più a camminare».

Aveva un sogno: seguire le orme del papà che è vigile del fuoco. La devozione per quella divisa era immensa. «Era un bambino vivace, attivo e sempre presente fino all’ultimo momento».

Attorno al dolore di Domenico e Francesca, e dei fratelli Alessandro di 29 anni e Gabriella di 15, si è stretta l’intera comunità di Cavernago, ancora sotto shock per la notizia della scomparsa dell’undicenne dal sorriso sempre ben impresso sul volto. «Ringrazio - conclude Domenico - tutti i colleghi che mi sono stati vicini e tutta la comunità di Cavernago, il sindaco e parroco».

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