Coppia di Gorle: «Svegliati dai calcinacci
Siamo scappati dall’hotel che crollava»

Svegliarsi in piena notte con i calcinacci che ti cadono addosso, la terra che trema, i muri che si crepano. «Sono stati 15 secondi che non dimenticheremo mai più» spiega una coppia di trentenni di Gorle che si è salvata dal terremoto.

Quando è arrivata la prima scossa erano in una stanza al primo piano dell’Albergo diffuso Villa Retrosi, una frazione a 300 metri da Amatrice. Lui ha 33 anni, lei 30, ma preferiscono rimanere anonimi. Ieri sera erano già tornati a casa, sani e salvi ma con quelle immagini terribili negli occhi.

«A pensarci bene ci siamo salvati per una serie di coincidenze fortunate: non siamo andati all’Hotel Roma ma abbiamo scelto Villa Retrosi perchè era l’unico con la piscina. Avevamo in mente di riposarci un po’ dopo le camminate dei giorni precedenti, così abbiamo deciso di prenotare in quella piccola frazione. In realtà, poi, in piscina non siamo nemmeno andati. Martedì sera abbiamo cenato ad Amatrice perchè c’era la festa dei borghi. In un quarto d’ora abbiamo fatto il giro del centro storico e ci siamo fermati al ristorante «Mari e Monti» di corso Umberto I, il viale centrale del paese, dove è crollato tutto».

Alle 22,30 i due fidanzati erano già tornati in albergo. Difficile raccontare cosa hanno provato in quei terribili istanti: «Ci cadevano i calcinacci in testa, sembrava che fossimo piombati all’improvviso in una casa in ristrutturazione. La mia fidanzata mi ha guardato e mi ha detto: “Ma cos’è?” e io le ho solo risposto “Il terremoto!”. Così com’eravamo, in pigiama, ci siamo precipitati fuori dalla stanza. Eravamo gli unici in albergo. Arrivati al portoncino d’ingresso mi è rimasta la maniglia in mano, il muro era ceduto ed era impossibile uscire. Siamo tornati di sopra pensando di calarci dal balcone e in quel momento è arrivata un’altra scossa, più forte, che ha fatto crollare le case e la chiesa davanti all’albergo. Per fortuna la frazione è piccola, conta una cinquantina di abitanti e si conoscono tutti. Sono scesi in strada, al buio, e qualcuno ha abbattuto la porta per farci uscire».

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