Dalmine, l’ultima carezza a Ilaria: «Il tuo sorriso e la tua forza per sempre con noi»

Celebrati martedì 3 agosto a Brembo di Dalmine i funerali di Ilaria Parimbelli, 28 anni. Nel 2019 fu colpita da un’infezione cerebrale e, per aiutare la famiglia, era partita una gara di solidarietà.

Musica, ricordi, palloncini e l’affetto di tanta gente. Martedì 3 agosto è stato il giorno dell’ultimo saluto a Ilaria Parimbelli, 28 anni, la giovane di Dalmine che due anni fa fu colpita da un encefalite erpetica, un’infezione celebrale dovuta al virus dell’herpes che l’aveva lasciata disabile al 100%. Ilaria si è spenta domenica 1° agosto all’ospedale Papa Giovanni XIII , dove era stata ricoverata mercoledì scorso dopo una crisi epilettica. Nel pomeriggio di oggi, nella chiesa parrocchiale di Brembo, in tanti hanno voluto essere vicini a mamma Sonia, papà Carlo e al fratello Federico. Il funerale si è aperto con la canzone «Rinascerò rinascerai» di Roby Facchinetti e Stefano D’Orazio, brano che è diventato un inno di speranza nei mesi bui della pandemia, e si è concluso con la canzone «Sono un guerriero» di Marco Mengoni, perché Ilaria era da tutti considerata una guerriera.

«So che la tua mamma – ha detto il parroco di Brembo don Diego Berzi – ha detto che da oggi sei la stella più luminosa del cielo. E allora io ti dico: brilla Ilaria, brilla ». Alla fine della Messa sono saliti sull’altare la mamma e il papà di Ilaria. «Sei diventata la figlia di tante famiglie – ha detto mamma Sonia – in questi anni a cui hai donato la tua forza». «Sei venuta al mondo sorridendo – le parole di papà Carlo – hai vissuto sorridendo, e scommetto che sorridi anche ora» . La famiglia ringrazia tutti quelli che sono stati vicini in questi anni, un grazie a cui si aggiunge quello del parroco a tutti coloro che in questi giorni è passato in chiesa a salutare Ilaria. Dopo il funerale, un volo di palloncini ha salutato Ilaria per l’ultima volta.

Sono stati due anni difficili per Ilaria e per le sua famiglia : mamma Sonia, papà Carlo e per il fratello minore, Federico. Dentro e fuori dagli ospedali e dalle cliniche riabilitative, anni di diagnosi, di fatiche, di lacrime, di rabbia. Ma anche anni di conquiste, di piccoli progressi: la prima stretta di mano post-operazione, il primo ghiacciolo mangiato, la prima volta in piedi, di nuovo, sulle sue gambe. Ilaria in questi mesi non ha mai mollato di un centimetro. La ragazza era una guerriera.

Per aiutare la famiglia era partita una gara di solidarietà, con tanta gente che si è adoperata per raccogliere fondi o semplicemente per far sentire il proprio affetto. «I social e i giornali hanno aiutato a far conoscere Ilaria e siamo stati contattati da tante persone - aveva raccontato la mamma nei giorni scorsi a L’Eco - chi ci ha dato una mano per le raccolte fondi, chi per chiedere come poteva aiutare, chi solo per spronarci a non mollare. Venivo fermata per strada da signore che non avevo mai visto e che mi chiedevano notizie sulle condizioni di mia figlia. Questa cosa è stata importante per noi, ci ha fatto sentire meno soli».

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