Nascite, calo pure nel 2020
E la discesa ora accelera

I nuovi nati Si conferma la diminuzione, in percentuale attorno al 7,5%. Al «Papa Giovanni» anche 132 parti con gestanti positive al Covid-19.

Nascono sempre meno bambini in Italia e anche la Bergamasca non fa eccezione: il 2020 si è chiuso con il segno meno rispetto al 2019, davanti ai numeri di tutti i punti nascita della provincia, con un saldo negativo significativo - pari a circa il 18,5% - in particolare per l’Asst Bergamo Est, che sconta la chiusura del reparto dell’ospedale di Alzano Lombardo dal 23 febbraio, data indelebile, quella dei primi due contagi accertati nella Bergamasca. I primi calcoli relativi alla natalità del 2020 confrontata con il 2019 parlano di un calo che si attesta attorno al 7,5%.

L’ospedale dove vengono alla luce in assoluto più bambini resta il «Papa Giovanni XXIII», che pure lascia sul terreno circa 90 nascite negli ultimi 12 mesi rispetto all’anno precedente, pari a poco più del 2%. Nel 2020 i bambini nati all’ospedale di Bergamo sono stati 3.872 (il dato è aggiornato alle 9 del 31 dicembre), contro i 3.961 dell’anno prima, in prevalenza maschi (il 52%) e con un calo di stranieri (il 17,3% invece del 18%). «La leggera flessione va interpretata nel contesto globale, caratterizzato da una forte riduzione delle nascite - spiega Luigi Frigerio, direttore del Dipartimento materno-infantile e pediatrico dell’Asst Papa Giovanni -. Le nascite, rispetto al panorama regionale e nazionale, qui si riducono di poco.

Questo è dovuto innanzitutto al fatto che siamo uno degli hub di riferimento regionali per il materno-infantile e pediatrico e per i casi più complessi in sala parto. Un secondo fattore è legato all’emergenza sanitaria da Covid-19». Nel 2020 il «Papa Giovanni» è stato un hub anche per le gestanti positive al Covid-19, con 132 parti seguiti (il 3,4% del totale). «In tutti i casi - continua Frigerio - il parto si è concluso senza conseguenze infauste, né per la partoriente, né per i bambini, alcuni dei quali sono risultati positivi al Covid-19». In calo anche i parti cesarei, avvenuti nel 21,9% dei casi (nel 2019 erano stati il 23,5%). «È un dato che da 20 anni si attesta al Papa Giovanni su valori molto bassi - dice Frigerio - ed è ancor più significativo se si considera la complessità dei parti che seguiamo e che anche quest’ anno rimane su valori percentuali molto elevati.

Questa ulteriore riduzione dei tagli cesarei è un indice di serietà. Significa che seguiamo le indicazioni dell’Oms, del Ministero e di Regione Lombardia, che i protocolli funzionano e che, pur nelle difficoltà dell’anno appena trascorso, si è rivelato efficace il lavoro di tutto il team dei nostri professionisti, dal ginecologo al neonatologo, all’anestesista, alle infermiere e alle ostetriche e agli altri ruoli sanitari coinvolti». Calano in maniera più corposa le nascite negli ospedali dell’Asst Bergamo Est. In realtà, da fine febbraio l’unico punto nascita è rimasto quello di Seriate, dove nel 2020 sono nati 1.833 bambini, che sommati ai 112 di Alzano, portano il totale a 1.945, contro i 2.385 del 2019. «Il 2020 è stato un anno contrassegnato negativamente non solo da un fenomeno pandemico senza precedenti nella storia dei sistemi sanitari - spiegano dalla Direzione dell’azienda - ma anche la natalità a livello nazionale e provinciale evidenzia una diminuzione importante, mai registrata prima, che si attesta ormai intorno al 5%».

Con la chiusura del punto nascita di Alzano «per garantire percorsi in sicurezza per le future mamme e i nascituri - prosegue l’azienda - i parti successivi sono stati dirottati verso altre strutture che hanno conseguentemente registrato cali di natalità meno marcati. Tutto ciò ha inevitabilmente determinato una contrazione delle nascite nell’Asst Bergamo Est, che ha sempre garantito un’eccellente assistenza a tutte le mamme che hanno scelto Seriate come presidio di riferimento». Bisognerà comunque attendere i dati delle anagrafi comunali per capire se la maggior percentuale di calo delle nascite della Bergamo Est corrisponda a un più elevato calo delle nascite nelle aree delle valli e della montagna, che da anni stanno assistendo a una perdita di popolazione giovane che si trasferisce nelle città, con conseguente diminuzione delle nascite in quelle zone.

Cala il numero dei bambini nati anche sul territorio di competenza dell’Asst Bergamo Ovest, che nel 2020 ha toccato quota 877, 48 in meno rispetto al 2019. Un trend in costante ribasso negli ultimi tre anni, tenendo conto dei 949 nati nel 2018. Lo scorso anno, come fanno sapere dall’Asst, è cambiata la modalità di registrazione dei parti/nati: ogni neonato, anche con parto gemellare, viene registrato con un singolo numero progressivo. E così, nell’anno appena concluso, i nati nella sala parto dell’ospedale di Treviglio sono stati 875, di cui 6 gemellari. A questi, però, devono essere aggiunte due femmine, una nata in casa e l’altra al Pronto soccorso di Romano, che di fatto portano il numero totale a 877. Nel 2020 qui sono venuti alla luce più maschi (441) che femmine (436), il 53,2% di stranieri e il 46,8% di italiani. Nel 2019 i nati furono 925 (475 femmine e 450 maschi), di cui il 57,5% di stranieri. L’anno precedente ancora più nascite tra i maschi (493), 27 in più delle femmine (466). Allora i parti arrivarono a quota 954, di cui 5 gemellari, per complessivi 959 nascite: sempre in maggioranza i bimbi stranieri (52,2%), rispetto a quelli italiani (47,8%). Infine, al Policlinico San Pietro di Ponte San Pietro i nati nel 2020 sono stati quasi 600, con una flessione del 5% e in linea con il calo della natalità a livello nazionale. I maschi sono stati il 53%, mentre oltre 4 su 10 (il 43%) sono stranieri. Cinque i parti gemellari.

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