Vaccini anti Covid, maxi hub a Dalmine
Partite le somministrazioni al «Cus» - Foto

Lunedì 15 marzo sono iniziate le vaccinazioni nella sede allestita al Cus dell’Università. Attive le prime 4 linee, a pieno regime saranno 44. Nella giornata di oggi previste 200 somministrazioni.

È partita lunedì mattina al Centro Universitario Sportivo di via Verdi a Dalmine la campagna vaccinale contro il coronavirus. Dei 44 box allestiti nelle due palestre sono state attivate le prime 4 linee, che andranno ad aumentare nei prossimi giorni. Vaccinati in questa prima settimana dalle 8,30 alle 16,30 saranno gli over 80 e gli iscritti all’ordine delle professioni sanitarie. Per la giornata di oggi sono previste circa 200 somministrazioni. Tra le autorità presenti al via del nuovo centro vaccinale, il rettore dell’Università di Bergamo Remo Morzenti Pellegrini, il sindaco di Dalmine Francesco Bramani, l’assessore regionale alle Infrastrutture Claudia Terzi (già sindaco di Dalmine), il dg dell’Asst Bergamo Ovest Peter Assembergs e il presidente di Habilita Roberto Rusconi.

A lavorare all’allestimento dell'hub vaccinale, i 25 volontari che compongono la Protezione civile Dalmine Zingonia, al servizio di 11 Comuni bergamaschi (Azzano San Paolo, Boltiere, Dalmine, Grassobbio, Lallio, Levate, Orio al Serio, Osio Sotto, Stezzano, Verdello, Zanica) e dei loro 100 mila residenti. Con i volontari anche il personale del Cus. «Da marzo 2020 non ci siamo mai fermati – spiega Matteo Nespoli, 23 anni di Zanica, che per la Protezione Civile si occupa dei rapporti con i Comuni e con le autorità oltre che della parte radio e di comunicazione – quando è cominciato tutto lo ricordo bene, era la sera del 9 marzo, ed ero in giro in macchina a portare ai diversi Centri di coordinamento comunali gli apparati radio per le comunicazioni con la Prefettura. Quello è stato il mio primo servizio in merito al Covid e l’inizio per noi di tutto».

In 12 mesi sono stati oltre 23 mila i chilometri percorsi, 200 mila le mascherine distribuite per conto di Regione e del Dipartimento di Protezione civile, 80 le giornate dedicate alla consegna di spesa, medicinali, pasti pronti e laptot per la didattica a distanza, 697 le attivazioni formali di Protezione civile emesse da Regione Lombardia, 120 i controlli del territorio in filodiffusione, 150 le spese consegnate a soggetti positivi o in quarantena (a cui si aggiungono i duemila litri di polichina e i mille litri di ipoclorito consegnati a tutti i gruppi di Protezione civile della Provincia), per un totale di 3.400 ore di attività. Oltre alle normali iniziative del gruppo: il controllo dei reticoli idrici, avvistamento incendi, manutenzione macchinari.

«Tra i compiti più difficili c’è sicuramente stato quello legato al protocollo ossigeno – continua Matteo –: per 40 giorni abbiamo gestito tre bombole h24, ce le aveva date l’Utes di Dalmine, per la consegna a chi si trovava in uno stato di emergenza, erano giorni in cui riuscire a portare l’ossigeno in tempo voleva dire salvare vite. Non abbiamo mai abbassato la guardia, adesso ad esempio, abbiamo ricominciato con la consegna a domicilio di pasti agli anziani e dei farmaci».

Tra le iniziative purtroppo rimandate causa Covid c’è stata quella legate alle scuole: erano in programma 40 incontri dedicati al rischio e alle prevenzione delle emergenze nelle classi terze e quarte delle diverse primarie degli 11 Comuni. «Se devo scegliere una cosa positiva di quest’anno – conclude Nespoli – è stato sicuramente il rafforzamento della collaborazione tra i diversi gruppi di Protezione civile. Nei comuni di confine, penso ad esempio a Grassobbio o Azzano, spesso ci siamo trovati a lavorare con il gruppo di Seriate, ed è nato un vero e proprio accordo di collaborazione sottoscritto tra i Comuni».

Uscirà a breve un appello per la ricerca di nuovi volontari: «Per chi ha del tempo libero da mettere a disposizione e vuol fare qualcosa di concreto per gli altri – spiega Aniello Amatruda, responsabile della Protezione civile Dalmine-Zingonia e comandante della Polizia locale di Dalmine – la Protezione Civile è un’ottima opportunità. Molti pensano sia solo legata alle calamità naturali, “c’è un terremoto e si parte”, ed è anche quello, intendiamoci, ma non solo. É un’esperienza legata alla cura del territorio in cui si vive, e abbiamo visto nell’ultimo anno quanto sia stata importante e lo sia tutt’ora, anche per le persone che lo abitano».

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