La salute / Bergamo Città
Venerdì 23 Giugno 2023
Epatite C, sottoporsi allo screening salva la vita
IL PROGETTO. Il test è gratuito per i nati tra il 1969 e il 1989. I nuovi farmaci antivirali sono particolarmente efficaci.
Epatite C: un semplice esame del sangue può salvare la vita, basta aderire allo screening gratuito offerto alla popolazione. Ma cerchiamo di conoscere meglio questa patologia insieme alla dottoressa Annapaola Callegaro, direttore della Medicina di Laboratorio dell’Asst Bergamo Est. Il progetto di screening iniziato la scorsa primavera sta proseguendo con risultati incoraggianti. L’Epatite C, causata da un virus denominato HCV, attacca il fegato provocandone un’infiammazione. La malattia incide sulla qualità di vita e rappresenta un importante problema di salute pubblica, che richiede una risposta urgente, e colloca gli ospedali in prima linea.
Si stima che in Lombardia siano 100.000 le persone contagiate da epatite C cronica. È importante aderire allo screening dal momento che alcuni casi potrebbero sfuggire alla diagnosi, in quanto l’infezione, che ricordiamo essere la principale causa di cirrosi e cancro del fegato in Italia, è spesso asintomatica. Il contagio avviene principalmente attraverso il sangue di una persona infetta, meno spesso per via sessuale. Oggi è possibile effettuare una diagnosi precoce e intervenire tempestivamente con una terapia somministrata per via orale che porta alla guarigione in oltre il 95% dei casi.
Regione Lombardia offre a tutti i nati tra il 1969 e il 1989 la possibilità di aderire al Programma di screening per l’eliminazione del virus dell’Epatite C. Presso l’Asst Bergamo Est nell’ultimo anno quasi 13.000 persone si sono sottoposte al test. È gratuito per le persone nate in quell’arco temporale e mai trattate per infezione da HCV. Viene proposto, o può essere richiesto, in occasione di un prelievo per altri esami di laboratorio o durante un ricovero. Il test di primo livello prevede un prelievo di sangue standard per la ricerca degli anticorpi anti-HCV, effettuato contestualmente agli esami del sangue di routine; il risultato del test viene consegnato insieme agli esiti degli esami. In caso di esito positivo, il cittadino riceverà indicazioni per proseguire l’iter diagnostico-terapeutico, attraverso un percorso predefinito e gratuito, con presa in carico da parte di un centro di secondo livello.
«Questa campagna di screening - spiega Callegaro - è una straordinaria opportunità in termini sia di protezione individuale che di salute pubblica che consente di effettuare una diagnosi precoce e intervenire tempestivamente in modo risolutivo. È fondamentale ricordare a tutti coloro che hanno le caratteristiche per potere accedere, di sottoporsi al test di screening senza la ben che minima preoccupazione».
I nuovi farmaci antivirali ad azione diretta sono estremamente maneggevoli, si assumono per via orale, sono ottimamente tollerati, molto efficaci e praticamente privi di effetti collaterali. E dopo solo 8, massimo 12 settimane, di trattamento a seconda del farmaco utilizzato, si arriva alla guarigione in oltre il 95% dei pazienti, riducendo significativamente il carico di morbilità e mortalità.
L’Italia ha il primato in Europa per numero di soggetti positivi all’Epatite C e di mortalità per tumore primitivo del fegato correlato al virus e detiene una grande numerosità di pazienti affetti dalla malattia ignari della propria condizione. C’è ancora molto da fare, è fondamentale portare allo scoperto un «sommerso» importante rappresentato dalla popolazione che non aderisce allo screening gratuito, perché ignara di essere infetta o perché difficile da trattare, come ad esempio i consumatori di sostanze stupefacenti (PWID) che costituiscono una categoria ad alto rischio e ad alta prevalenza di HCV. Trattare questo target di popolazione significa portare avanti interventi di medicina preventiva, dal momento che uno di questi soggetti con infezione HCV può arrivare ad infettare almeno altre 20 persone e il trattamento potrebbe ridurre in maniera significativa i costi di comunità molto più rispetto al paziente con Hcv non complicato da consumo di droghe.
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