Come sarà la nostra vita tra vent'anni (GIUNTI, pp.208, euro 14). Nel 2021 potremo caricare i contenuti del nostro cervello in un pc; nel 2025 gli umanoidi affiancheranno gli esseri umani nei lavori pesanti e nell'assistenza agli anziani. Nel 2030 finalmente metteremo piede su Marte, nel 2035 avremo la conferma di altre forme di vita su altri pianeti, nel 2050 mangeremo gli insetti per nutrirci e nel 2065 le astronavi viaggeranno alla velocità della luce.
L'inquietudine si mescola al fascino del mistero in questa cronologia del futuro ipotizzata dal giornalista Francesco De Filippo e dalla sociologa Maria Frega nel bel saggio Prossimi umani, edito da Giunti, nel quale lo scenario del mondo che verrà viene delineato sulla base dei risultati ottenuti da importanti ricerche scientifiche. Nel libro, che annuncia per i prossimi anni la "rivoluzione più radicale e fantasmagorica della storia dell'uomo", gli autori infatti intervistano alcuni tra i principali scienziati italiani.
Dopo il quadro generale sui "prossimi umani" tracciato dal genetista Edoardo Boncinelli, la parola passa a Valerio Rossi Albertini per la scienza dei materiali, Mauro Giacca per la genetica, Roberto Cingolanti per la robotica, Roberto Basili per l'intelligenza artificiale, Nicola Zamperini per i Big Data, Umberto Guidoni per lo spazio. E poi ancora si parla di ricerca con Guido Martinelli, di neuroscienze con Piergiorgio Strata, di demografia con Giuseppe Roma, di astrofisica con Roberto Battiston, di fisica delle particelle con Marina Cobal, di fisica con Giovanni Amelino-Camelia. Tanti i temi affrontati, che oltre a suscitare curiosità sollevano anche molti interrogativi, alcuni di natura filosofica.
Che tipo di umani saremo? Cosa significherà vivere più a lungo? Quale sarà il rapporto tra uomo e macchina, tra il virtuale e il reale? Le disuguaglianze ci saranno ancora nel mondo? Se la spinta a superare se stessi e i propri limiti ha sempre caratterizzato la storia dell'uomo, quello che è certo è che la rivoluzione di cui parlano gli autori sta andando avanti a grande e inarrestabile velocità, e forse le trasformazioni rischiano di trovarci impreparati.
"Nuovi equilibri nelle forze e dunque nelle architetture, nuove forme estetiche si preparano ad apparire in tavola, nelle strade, forse perfino dentro di noi, come un corale germogliare di nuovi paesaggi e identità", scrivono gli autori. In uno scenario futuro che vede affermarsi l'idea che ormai nulla sarà più impossibile per l'uomo, la sfida forse sarà solo una, riuscire a restare umani, nella nostra imperfezione.
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