Ambivere: Quaresima in tenda per 4 preti
«Accanto ai poveri contro le ingiustizie »

«In Quaresima noi sacerdoti abiteremo una tenda allestita sul sagrato della chiesa di Ambivere. Un po’ di cibo. Acqua da bere. Un bagno per lavarci. Un materasso per dormire. È più di quanto molti esseri umani possono permettersi. Naturalmente non sarà facile. Abituati ad avere più del necessario, il semplice necessario sembrerà insufficiente».

I preti di Ambivere, Mapello e Valtrighe (don Gianluca De Ciantis, don Andrea Testa, don Alessandro Nava e don Emanuele Personeni) hanno deciso di prendere la Quaresima molto sul serio e non soltanto sul piano personale.

Hanno deciso di adottare uno stile di vita diverso, molto ben visibile. Quindi di diventare un esempio, o una provocazione, oppure di essere sottoposti a critiche, anche brucianti. Vivranno fino alla Pasqua in una tenda. Per un discorso di responsabilità, di presa di coscienza. Coscienza che «se Europa e Stati Uniti dovessero pagare equamente le risorse prelevate dal terzo mondo, i prezzi in casa nostra crescerebbero e dovremmo rinunciare a buona parte delle nostre abitudini consumistiche».

Dicono i preti che è fondamentale la presa di coscienza. E la coerenza. Hanno scritto nella loro lettera di spiegazioni: «Staremo in una tenda per dire che non siamo disposti ad accettare un sistema che procura benessere a noi provocando sofferenza a qualcun altro... con questo gesto vogliamo dire che riconosciamo le nostre responsabilità di fronte alla povertà del mondo. E che si può essere felici anche con meno».

In un documento don Emanuele, don Gianluca, don Andrea e don Alessandro, i preti coinvolti nella scelta, esaminano la situazione della povertà a livello mondiale, la politica economica del mondo occidentale, la grande crisi economica avviata nel 2007. E indicano precise responsabilità, a cominciare dall’avidità dei grandi gruppi finanziari che muovono enormi capitali e condizionano pesantemente quello che accade nel mondo, crollo dei regimi e guerre comprese.

Hanno scritto: «Noi sacerdoti non possiamo rovesciare le sorti dei poveri. Però possiamo stare dalla loro parte. Possiamo protestare e progettare azioni concrete nonviolente a favore della Verità e della Giustizia...». Se i profughi non hanno diritto a una casa, concludono i preti dei tre paesi - che accennano alla tendopoli di Calais -, allora «questo diritto non l’abbiamo neppure noi».

Infine i sacerdoti di Mapello, Ambivere e Valtrighe scrivono: «Nella tenda sarete i benvenuti». Sono previsti anche due incontri di riflessione che si terranno sul sagrato della chiesa di Ambivere, vicino alla tenda, a cominciare da stasera alle 20.30 con un incontro con Gianluca Solera sul tema del Medio Oriente; lunedì 22 febbraio si parlerà di armamenti con don Renato Sacco, coordinatore nazionale di Pax Christi.

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