Bottanuco, l’ultimo saluto ad Ale
«Ciao grande roccia, eri un fratello»

«Ciao Ale, per noi eri un fratello, quando si giocava eri sempre pronto a tamponare quando entravano in area gli avversari (Alessandro giocava in difesa, era un centrale, ndr), ecco perché il soprannome di “Grande roccia”. Adesso sei lassù, sicuramente stai giocando a calcio con gli angeli del Paradiso. Mi raccomando: fatti valere. Ciao Ale, piccolo angelo, non ti dimenticheremo mai, sarai sempre vivo nei nostri cuori e sarai la stella più luminosa che brilla in cielo. Ciao “Grande roccia”».

Tantissime persone venerdì pomeriggio hanno partecipato al funerale di Alessandro Lecchi, il ragazzo 14enne che mercoledì sera è rimasto vittima di un incidente stradale a Suisio mentre viaggiava con altri quattro amici su una Renault Clio.Numerosi i ragazzi e i giovani che hanno aspettato il feretro fuori dalla chiesa di Bottanuco, dove sulla scalinata hanno steso un telo bianco con scritto: «Ale sei il nostro sorriso».

Agli amici, don Giuseppe Bosio ha detto: «L’amicizia non s’interrompe mai, ricordatevi sempre di Alessandro che vi guarda dal cielo. Lui non è andato via, è ancora con noi, nella sua casa, ma in un’altra stanza e prega per noi. In particolare per i suoi genitori e per il fratello, perché riescano a superare questo difficile distacco che può essere mitigato dalla luce delle parole di Dio, accompagnate dalla speranza di rivederlo un giorno».

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