Ponte di Calusco, 10 giorni fa la chiusura
«Ecco come è cambiata la mia vita»

Dispendio di tempo e di soldi: è questo il primo bilancio dei pendolari costretti a trovare a soluzioni alternative per raggiungere luoghi di lavoro e di studio dopo la chiusura del ponte di San Michele.

«Marcella, segretaria a Milano, abita a Terno. Prima della chiusura del Ponte di Calusco prendeva il treno vicino casa e in 1h e 15 minuti arrivava sul posto di lavoro. Ora va in macchina, con altri tre ex pendolari della linea via Carnate, impiegandoci di più, oltre al dispendio economico (e nervoso, dovendo guidare)». Inizia così la prima testimonianza raccolta dai pendolari dopo la chiusura del Ponte di San Michele dieci giorni fa, il 15 settembre: un’iniziativa del Comitato pendolari bergamaschi per tenere viva l’attenzione sui disagi delle persone che ogni mattina devono trovare soluzioni alternative per raggiungere luoghi di studio e posti di lavoro ma anche per testare la validità delle soluzioni adottate da Trenord per ovviare ai disagi della chiusura del ponte che attraversa l’Adda tra Calusco (Bergamo) e Paderno (Lecco) .

«Ha provato una volta a seguire il percorso “consigliato da Trenord” via Treviglio ma dopo aver aspettato 56 minuti a Bergamo la navetta per Calusco, ha optato per la macchina. Tornerebbe volentieri al treno se ci fossero coincidenze decenti, soprattutto al ritorno» continua il racconto. I pendolari hanno creato l’hashtag #storiependolari e aspettano le storie dei pendolari sul gruppo Facebook «Quelli del treno - Comitato pendolari bergamaschi».

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