Il vicesindaco: «Il centro non è Scampia
L’esercito va bene, ma non è la soluzione»

Si avvia a diventare l’assessore alla Sicurezza più «longevo» di Palafrizzoni. I suoi ultimi quattro predecessori, infatti, per vari motivi, non hanno fatto un mandato intero.

«Non è una delega semplice, espone molto, ma finora nessuno mi ha chiesto di fare un passo indietro o mi ha attaccato oltre modo. Non è certo un settore da inaugurazioni ma da problemi da risolvere, si può sempre migliorare», ammette Sergio Gandi, vicesindaco con un bel pacchetto di «compiti» sulle spalle, esponente del Pd, con due punti fermi: «Bergamo non è il Far West e la sicurezza si fa con la partecipazione di tutti».

Dalle spaccate sul Sentierone allo spaccio ai Propilei, il centro anziché il salotto della città è diventato il punto debole della sicurezza? «Che il centro sia improvvisamente diventato la Scampia di Bergamo mi sembra un po’ eccessivo. Abbiamo la memoria corta: è lo stesso centro di Mercatanti, della stagione lirica al Donizetti, dei molti eventi alla Domus».

È innegabile, però, che in certi orari e quando non ci sono eventi eccezionali, il centro diventi terra di nessuno. «È un’associazione ardita dire che se non ci sono le persone un luogo diventa pericoloso. Se ci sono le persone è meglio, ma se non ci sono non è automaticamente sinonimo di pericolo».

La rivitalizzazione del centro, però, è un cavallo di battaglia del centrosinistra. «E infatti c’è un concorso di architettura, che sta seguendo l’assessorato di Francesco Valesini, per ripensare tutte le funzioni del centro e lavorare sugli elementi attrattivi».

È in ritardo? «Il concorso va fatto con riferimenti molto puntuali, che stiamo seguendo: dallo studio sulle tendenze dei consumatori a quello di Atb sull’accessibilità. Sulla base di queste indicazioni, insieme alla variante urbanistica generale in adozione, faciliteremo l’insediamento in centro di imprese di medie dimensioni che porteranno più movimento».

Intanto, però, chiuderà anche il Teatro Donizetti per i restauri, col rischio che in centro ci sia ancora meno passaggio. «Cosa dovevamo fare, rinunciare ai lavori per i quali abbiamo mobilitato tutte le istituzioni, un’ambizione che ha attraversato tre amministrazioni?».

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