Bravi a guarire
Italia sul podio

Oggi ci pavoneggiamo un minimo. Dopo le risse in Parlamento e le figuracce dei nostri arbitri di calcio, arriva una buona notizia, volteggia nell’aria e atterra sulla scrivania come un foulard. Secondo l’istituto Bloomberg l’Italia conquista il terzo posto nel ranking mondiale dell’efficienza dei sistemi sanitari nazionali. Prima Singapore, seconda Hong Kong, poi noi.

Che ci facciamo sul podio? Su un podio qualsiasi, ma soprattutto su questo? Sappiamo perfettamente che la Sanità pubblica è una prateria di sprechi, una costellazione di buchi neri, un non luogo a procedere di scandali più o meno affioranti. Nonostante ciò ci dicono che siamo bravi , che ci lasciamo alle spalle Giappone e Corea del Sud, che neppure vediamo col binocolo gli Stati Uniti (44° posto).

E che in Europa siamo i migliori, altro che andare a farsi curare in Svizzera. Per correttezza è necessario aggiungere che a stilare la graduatoria non è stato un ricercatore statistico ubriaco, ma la Banca mondiale, l’Organizzazione mondiale della Sanità e il Fondo monetario internazionale. Tre i parametri: aspettativa di vita, rapporto fra spesa sanitaria e Pil, spesa pro capite.

Così è, oggi ci sentiamo guariti. E fa piacere che un’eccellenza sanitaria come la Lombardia sia al traino di un convoglio vincente. Secondo la ricerca, la nostra spesa sanitaria è doppia (9% contro 4,5%) rispetto ai Paesi meglio piazzati. Un dato che ci riporta con i piedi per terra. Eccellenze o sprechi? Conosciamo le prime e anche i secondi. È la conferma che qualche consistente risparmio - fra camici, corsie e accessori - si può sempre ottenere.

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