C’è un aeroporto
che non decolla

C’è un aeroporto che non apre mai, nel quale le autorità hanno fermato i lavori di costruzione perché hanno trovato numerose irregolarità sul cantiere.

I rilievi degli esperti nei controlli di carico hanno rilevato che il tetto principale, quello della hall, non è sicuro e non potrebbe assolutamente reggere sotto il peso dei condizionatori d’aria, una volta montati. Il rischio di un crollo sarebbe alto e provocherebbe una strage, perchè si tratta di un aeroporto parecchio importante.

Il luogo, ritenuto strategico negli investimenti della città in questi primi vent’anni del nuovo millennio, avrebbe dovuto essere inaugurato nel 2012. Ma ha già accumulato un ritardo di tre anni, mandando su tutte le furie la municipalità, gli addetti del settore e le compagnie aeree. Il sindaco è esterrefatto, e se si fosse chiamato Ignazio Marino avrebbe già ricevuto richieste pressanti di dimissioni.

La costruzione dell’aeroporto è una specie di torre di Babele dei giorni nostri. I problemi sono cominciati quando s’è scoperto che i sistemi antincendio non erano adeguati, che i banchi dei check-in erano insufficienti. Di rinvio in rinvio, i costi sono aumentati a tal punto da raddoppiare: da tre a sei miliardi. E nessuno oggi si azzarda a ipotizzare quando il primo aereo decollerà. L’ultima previsione era per un’inaugurazione nel 2016, ma dopo la faccenda dei condizionatori si è già slittati al 2017. Qual è lo scalo? È italiano, messicano o ugandese? No, è il Berlin Brandenburg Flughafen. A conferma che lo scandalo Volkswagen è in buona compagnia. E i tedeschi non sono più secondi a nessuno proprio in nulla.

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