Complice a dieci anni

La chiamavano legge della strada, la facevano raccontare da Vittorio De Sica e interpretare da ragazzini allo sbando nella Napoli del dopoguerra. Sciuscià.

Ma il neorealismo della notizia che mettiamo sotto la lente d’ingrandimento non ha niente di struggente, anche se forse (ma non è sicuro) sa egualmente di fame e di disperazione. Il problema è il secolo: il ventunesimo.

Ieri una mamma è stata arrestata a Melito, nell’hinterland di Napoli, per una rapina all’ufficio postale compiuta due anni fa. La donna è stata tradita dalle telecamere che quel giorno hanno registrato una scena per così dire «familiare». Si vede lei che entra alle Poste con tre bambini, due dei quali sono figli suoi. Il più piccolo, 10 anni, si avvicina al maniglione antipanico dell’uscita di sicurezza, lo tocca quanto basta per aprirlo e torna accanto alla mamma. Da lì, qualche istante dopo entrano tre rapinatori col volto coperto e la pistola, pronti a concretizzare il colpo. Per la verità il misero colpo, meno di duemila euro. Dopo averli raccolti si dileguano tutti, compresi donna e bambini, lasciando terrorizzati ed esterrefatti clienti e addetti dell’ufficio.

Scugnizzo a dieci anni spinto dalla mamma, che invece di accompagnarlo a scuola lo ha accompagnato all’esame di destrezza. Non essendo un film, non ci pare commovente, ma soltanto triste. Ed è giusto raccontarlo per sottolineare che nel 2015 esiste anche questa Italia, non si sa se più disperata o più mascalzona. Un’Italia che insegna a rubare a un bambino con la mamma a fare da palo.

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