Erano tutti
suoi figli

Per l’anagrafe non aveva figli, per il cuore ne aveva ventidue. Così, Leonardo Martini non ha fatto fatica a trovare gli eredi, coloro che per destino e vocazione potessero continuare la sua opera, il suo sogno realizzato di imprenditore.

E quando quel cuore pochi giorni fa ha deciso di smettere di battere a 72 anni, lui aveva già scritto su carta intestata di un notaio chi dovesse raccogliere il testimone della Dioma: i suoi dipendenti. Ha lasciato tutto a loro, ai due dirigenti e ai venti lavoratori storici che con lui avevano intrapreso la traversata di una vita dentro le soddisfazioni e le fatiche del lavoro.ù

L’azienda che i ventidue eredi si ritrovano fra le mani è un gioiellino che per loro non ha segreti. Settore automotive, fondata 47 anni fa nel Vicentino, produce stampi in materiale plastico, ma se vogliamo essere più precisi realizza parti di auto come cruscotti, rivestimenti di fari, plance per navigatori satellitari. E lo fa per Volkswagen, Audi, Fiat, Maserati.

Creativo e competitivo, Leonardo Martini ha vissuto l’azienda come una casa e i problemi dei dipendenti come se fossero suoi. Stampo di imprenditore che conosciamo bene perché siamo certi che molti bergamaschi si riconoscono in questa sintetica identificazione, ha voluto fare ai collaboratori il regalo finale: la piena responsabilità dell’azienda.

Tutti soci, con i compiti manageriali confermati per dare continuità al lavoro di una squadra rodata e affiatata. Una scommessa per tutti. Per i dipendenti con il bastone da padrone nello zaino. E per lui che da lassù verificherà se, pur senza figli, è stato un buon padre.

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