Firenze, novembre
48 anni fa

L’acqua ha battezzato la generazione della generosità. Accadde a Firenze 48 anni fa, quando il 4 novembre l’Arno ruppe gli argini e trasformò strade, monumenti, palazzi, cantine, biblioteche, reperti in un indistinto mondo di fango. Una tragedia per gli esseri umani (34 morti, 13.000 famiglie sfollate), un disastro per le opere d’arte.

E in un giorno come oggi partì una catena di solidarietà addirittura mondiale, quando giovani dall’Italia e dal pianeta si presentarono nella città della bellezza per salvare il salvabile. Fu una gara di solidarietà formidabile. Studenti milanesi, romani, palermitani accanto a ragazzi arrivati da Londra, da Madrid, da Parigi furono protagonisti del primo Erasmus della storia.

Aiutarono gli alluvionati, poi si dedicarono ai libri, agli incunaboli, ai quadri, al recupero e alla conservazione. Nei dieci anni successivi molte tesi di laurea nel mondo vennero dedicate a Firenze e a questo secondo Rinascimento. Ancora oggi un documentario da brividi con la voce narrante di Richard Burton (in perfetto italiano) dà il senso di quell’impegno, di quel sacrificio. «Ragazzi che così arrivarono e così partirono. Firenze non riuscì neppure a dire loro grazie per lo sforzo, per la dedizione».

Non ce n’era bisogno, la gratuità di quel gesto rimane per sempre ed ha forgiato una generazione che ha saputo restituire il bello e la dignità a una città capace di stringersi attorno a chi la stava salvando. Ricordando quei giorni rivediamo gli angeli del fango di qualche settimana fa a Genova, ultima declinazione di quell’ardore. Primi giorni di novembre, 48 anni fa. Il vizio della memoria è una benedizione.

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