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La ricetta è semplice: seguire l’esempio della Lombardia. Se lo dicessimo noi saremmo tacciati di campanilismo, ma lo rivela la Confcommercio, che ha varato una simil spending review adottando un metodo di una semplicità disarmante.

Si tratta di imitare la regione locomotiva, copiare il 17° Lander della Germania, provare ad adottare qualcuna delle formule amministrative che caratterizzano (e non da oggi) la regione italiana che produce il 19% del Pil nazionale. Imitare, ma come? Nel taglio degli sprechi locali.

La Confcommercio ha infatti scoperto - e ha presentato il report al ministro dell’Economia Padoan - che se tutte le regioni portassero i servizi al livello di sobrietà e di efficienza della Lombardia (non cominciamo a protestare, anche qui si fanno code e ci sono disfunzioni, tutto è relativo) ci sarebbe un risparmio di 23 miliardi, frutto di spese definite «del tutto ingiustificate».

Possiamo immaginare le clientele avviluppanti, le commissioni che durano un quarto d’ora e regalano gettoni da cento euro a colpo, le forniture sanitarie da scandalo delle regioni del Sud perennemente in deficit. O i privilegi del tutto ingiustificati delle Regioni a statuto speciale, che si mangiano il 35% in più di denaro rispetto alle altre.

Le spese pubbliche ammontano a 176 miliardi, ma col metodo Lombardia ne basterebbero 102, vale a dire 74 miliardi in eccesso. Considerato che portare i servizi allo stesso livello costerebbe 51 miliardi, ecco il risparmio di 23.

È tutto molto teorico, come capita agli studi a tavolino, ma per il governo Renzi la spending review sta diventando una priorità, quindi è bene che il premier si porti in vacanza i compiti per attuarla. Ad ascoltare i numeri c’era il ministro Padoan, uomo tradizionalmente di poche parole. A questo punto sono necessari i fatti.

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