Il doppio livello

Doppio livello. È il peggio della politica, in fondo è il compromesso fra il bene e l’interesse, quella zona grigia dove la diplomazia rischia di diventare connivenza.

In un giorno solo due esempi eclatanti. Il primo a Bruxelles, dove i Paesi dell’Unione europea provano a trovare il bandolo di quella grande tragedia che è la questione profughi. Germania, Francia e Italia chiedono che venga alleggerito il corridoio balcanico. E lo chiedono alla Turchia, che in questa fase ha in mano le chiavi delle porte d’ingresso. Istanbul sembra disposta a venirci incontro e rilancia con pragmatismo levantino: si può fare, ma vogliamo tre miliardi in più e l’accelerazione del nostro ingresso nella Ue. L’Europa tratterà, non può fare altro. E i turchi pretendono che l’accelerazione avvenga proprio mentre il premier Erdogan chiude il più diffuso quotidiano del Paese, Zaman, di proprietà dell’imprenditore Gulen, un tempo alleato e oggi nemico. Il metodo non è nuovo: pochi mesi fa due giornalisti di un altro quotidiano di opposizione, il Cumhuriyet, erano stati arrestati per spionaggio.

Doppio livello, secondo avviso. François Hollande ha ricevuto all’Eliseo il principe saudita Mohammed ben Nayef e lo ha insignito della Legion d’onore. Si è però ben guardato dall’emettere comunicati ufficiali, lo ha quasi fatto di nascosto, sapendo che stava coccolando un Paese nel quale i diritti umani sono un optional e - solo dall’inizio del 2016 - le decapitazioni sono 70. E allora perché lo ha fatto? Per tenersi buono il rappresentante di un Paese che qualche mese fa ha firmato contratti d’affari per 10 miliardi con Parigi. Compresa una fornitura di caccia Rafale come quelli che bombardano in Siria. Doppio livello, doppia nausea.

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