Il tubo della discordia

Quel che si dice giocare su due tavoli. I tedeschi devono averlo imparato da noi e l’hanno imparato bene.

Fra dieci giorni irrompe nel sistema bancario e nella vita di chi ha un conto in banca il famigerato «bail-in»: il salvataggio dell’istituto di credito non avverrà più con soldi pubblici, bensì attraverso la riduzione del valore delle azioni e di alcuni crediti (come quelli dei correntisti che abbiano depositato più di 100 mila euro). La decisione è stata voluta fortemente dall’Europa a trazione tedesca dopo che la stessa Germania aveva salvato i suoi istituti di credito avvelenati dai titoli tossici (soprattutto subprime) con 500 miliardi. E poi con altri 160 passati attraverso i finanziamenti alla Grecia, che in realtà servirono per non fare andare a picco i creditori, vale a dire le banche tedesche.

Predicare bene dopo aver razzolato male e avere messo a posto le magagne con i soldi pubblici è facile. Questo intendeva dire Matteo Renzi con la frase sibillina: «Non potete raccontarci che state donando il sangue all’Europa, cara Angela». Ma del «bifrontismo» di Berlino c’è un altro esempio recente. Su spinta teutonica, la Ue ha bloccato il gasdotto South Stream che avrebbe condotto il metano russo attraverso i balcani e l’Italia. E lo ha fatto creando enormi problemi alle aziende che ci lavoravano, prima fra tutte Eni. Continua invece la realizzazione del gemello North Stream, che passa attraverso la Germania, paese paladino del rinnovo delle sanzioni alla Russia. Tutte le sanzioni, tranne quelle che le creerebbero danni. Come teorizzava Orwell, gli animali sono tutti uguali, ma qualcuno è più uguale degli altri. Ed è sempre lo stesso.

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