La bimba tradita

L’Italia è un Paese stupendo per un bambino. L’affetto dei genitori anche quando scivola nel mammismo, quei nonni pronti alle coccole, scuole materne e asili mediamente di buon livello, un’istruzione che soffre maledettamente i contraccolpi della crisi economica e della crisi di vocazione all’insegnamento, ma che sa trovare nelle sue pieghe educatori straordinari per dedizione e umanità.

.L’Italia è un Paese stupendo per un bambino, rispetto a quasi tutti gli altri e soprattutto rispetto all’immagine depressa e biliosa che in questi ultimi anni noi abbiamo cominciato ad avere di noi stessi. Ma l’Italia è imprevedibile e lunga, mai dipingere uno scenario e fissarlo a una certezza prima che sia venuta sera.

Giovedì l’Italia ha tradito una neonata che aveva deciso di vedere la luce qui, di aprire gli occhi sui nostri colori, di ascoltare una lingua dolce e poco parlata, di sentirsi addosso il sole della Sicilia. È nata in Italia ed è morta per colpa del peggior difetto degli italiani, il pressappochismo, la superficialità passiva che avvelena le giornate di chi talvolta lavora senza passione e senza obiettivi.

La piccola era venuta alla luce a Catania, in una clinica privata, ma poiché soffriva di crisi respiratorie era stata destinata a un ospedale più strutturato. Niente posti al Garibaldi, niente posti al Santo Bambino, pieno anche il Cannizzaro. «Portatela a Ragusa». Durante il viaggio la bimba, vittima di una crisi più cattiva, è morta. Le abbiamo voltato le spalle per sempre. Ora ci sarà un’inchiesta e «non guarderemo in faccia a nessuno». Chiacchiere. L’Italia è anche questa qui.

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