La classe dei bulli

L’insegnante alla berlina. La scena è di una tristezza infinita perché i bulli sono corsi a postare (si dice così, mai che paghino il francobollo) il video su Twitter e su Facebook per ottenere la ola della rete. In 30 secondi si concretizza il peggio di ciò che può avvenire in un’aula di scuola superiore: il docente seduto alla cattedra a scrivere sul registro viene bersagliato di palline, si ritrova sulla testa il cestino della carta straccia, viene insultato e schernito da teppisti improvvisati che fino a qualche minuto prima dovevano essere stati suoi allievi.

E alla fine, accompagnato da lazzi e sghignazzi, è costretto ad andarsene con il capo chino. Probabilmente esasperato non tanto dalla maleducazione di quei ragazzi, ma dal non poter tirare loro qualche sacrosanto e propedeutico calcio nel sedere senza rischiare il carcere.

Il video è stato girato da un telefonino, la faccenda è avvenuta a Conegliano, in provincia di Treviso, e ci offre uno spaccato della sotterranea (qui neanche tanto) battaglia quotidiana che avviene in classe per provare ad acculturare i nostri giovanotti 2.0. C’è tutto Mastronardi, Meneghello, Truffaut, il miglior Sordi in questo frammento di pellicola digitale, senza la cruda poesia che letteratura e cinema sanno regalare nel raccontare la rabbia degli ultimi.

E ci sarebbe la sopraffazione degli impuniti, se non avessimo saputo che due di loro sono stati espulsi e mezza classe sospesa da un preside degno di questo nome, al quale molto probabilmente qualche genitore farà causa. Ecco, noi avremmo aggiunto pure una multa per mamma e papà.

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