La pensione di Eva

Ha tirato la leva, si sono allineati tre tralicci ed è sceso il jackpot. Eva Klotz ha trascorso una vita a ripetere che «il Sud Tirolo non è Italia» e a evocare le gesta del padre dinamitardo, ma alla fine ha accettato la vincita sotto forma di pensione proprio dagli odiati italiani: 946.175 euro, frutto di mezzo secolo di tentativi di sganciare Bolzano da Roma e tornare fra le braccia di quello che fu l’impero asburgico.

Questa era la sua via politica all’indipendenza e per ottenerla s’era pure impegnata nel promuovere un referendum consultivo. Ma poiché Graecia capta ferum victorem cepit (la Grecia conquistata - dai romani - conquistò il barbaro vincitore), a lady Eva non è parso verso far sue le mollezze italiane in caso di pensioni d’oro.

Più di novecentomila euro porta a casa, anche perchè una legge regionale del Trentino-Alto Adige prevede che il vitalizio possa essere incassato in due modi: o con assegno mensile, oppure tutto in una volta sola. Fino a due anni fa le cifre erano anche più alte, ma dopo uno scandalo che ha fatto il giro d’Italia i vertici regionali decisero di tagliarle del 20%.

Insomma, tutto regolare, come sottolinea la stessa pasionaria sudtirolese: «Non è un regalo, quei soldi mi spettano, avevo regolarmente versato i contributi. Ora li utilizzerò per continuare la mia battaglia politica per l’autodeterminazione della mia terra». L’irriducibile Eva ha quasi un milione in più in cassa per combattere lo Stato che gliel’ha dato. È giusto, ma è anche curioso; non si può certo dire che nel nostro meraviglioso Paese non ci sia la democrazia. Pensate che smacco per Eva Klotz se avesse vinto la sua battaglia autonomista: dall’Austria una simile pensione non l’avrebbe mai presa.

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