Masaniello bis

Un sindaco idealmente in piazza con i No Tav che vanno allo scontro con la polizia è già di per sè un evento. Ma Luigi De Magistris, primo cittadino di Napoli, è versato per i colpi di teatro. E non si può certo dire che abbia completamente dimenticato la sobrietà del magistrato che fu, perché pure in quel ruolo non brillava per discrezione.

Così De Magistris, rimesso sullo scranno di sindaco dal Tar, va alla guerra contro l’ordine costituito e lancia da Twitter slogan da corteo. «Chi lotta può perdere, chi non lotta ha già perso», cinguetta citando Che Guevara. Il primo inquilino di palazzo San Giacomo è molto arrabbiato con il governo per il decreto Sblocca Italia nel quale si prefigura il commissariamento dell’area di Bagnoli, eterno luogo dei sogni mai realizzati di una municipalità incapace di un progetto serio.

De Magistris spiega che «con il decreto si eliminano poteri costituzionali, si aprono le strade a poteri speciali, commissariamenti, cementificazioni e trivellazioni del mare» in un crescendo indistinto che sa di slogan. Poi Masaniello bis chiude il suo pomeriggio double-face con la frase: «Napoli non si espropria, Napoli in autonomia decide il suo futuro».

Sarebbe bello, ma il sindaco dimentica che Napoli ha un miliardo e mezzo di debiti, è sull’orlo del fallimento. E che i suoi uffici non hanno un piano di vendita degli immobili che dovrebbero salvare la città dal crac e non riescono neppure a far pagare le contravvenzioni.

A chi andrà a chiederli quei soldi, se non allo Stato, vale a dire a noi? Bell’autonomia.

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