Multare la bontà

Stava raccogliendo i rifiuti come ogni giorno, pettorina gialla e trabiccolo parcheggiato con le quattro frecce, quando ha visto un uomo accasciarsi a terra, urtato da un motorino. Cose che capitano in una città caotica come Milano, quartiere Isola, quello con i grattacieli di Porta Nuova che provano a far solletico al cielo.

Stava raccogliendo i rifiuti come ogni giorno, pettorina gialla e trabiccolo parcheggiato con le quattro frecce, quando ha visto un uomo accasciarsi a terra, urtato da un motorino. Cose che capitano in una città caotica come Milano, quartiere Isola, quello con i grattacieli di Porta Nuova che provano a far solletico al cielo. Allora Celia Prada, operatore ecologico e soprattutto volontaria per vocazione, ha interrotto il lavoro e si è precipitata a soccorrere la vittima dell’incidente. Intervento provvidenziale perché il cuore di quell’uomo aveva smesso di battere. Occhi rovesciati all’indietro, infarto. Il massaggio cardiaco della netturbina gli ha salvato la vita, mentre attorno a loro il traffico si è bloccato e altri passanti, come spesso capita, si sono avvicinati per dare una mano.

Una storia finita bene, ma con un’appendice da urlo. Quando Celia Prada è tornata al suo furgoncino ha trovato due vigili che stavano staccando il foglio della contravvenzione: «Divieto di sosta in prossimità delle strisce pedonali, 59,50 euro se pagati entro cinque giorni». Alle proteste della donna e di tutto il capannello la rigidità dei ghisa ha soltanto vacillato. Uno dei due, una vigilessa, avrebbe sottolineato: «Ringrazia il cielo che hai salvato una persona, accontentati e paga la multa». Cosa che lei ha regolarmente fatto anche se il comandante dei vigili si è offerto di saldare al suo posto la contravvenzione, ben consapevole della sciocchezza da italiano in divisa dei due sottoposti. Oggi Celia, immigrata in Italia dal Venezuela negli anni Novanta, è molto serena. «Rifarei tutto anche perché ho capito che quella multa voleva significare: fatti i fatti tuoi. Ma io non sono così». Ci resta un dubbio, chissà se i due vigili sono andati a casa a raccontare l’impresa ai figli o ai nipoti?

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