Olandesi volanti

Pioggia e freddo, arriva l’uragano Hooligan, ma quelli veri se ne sono andati. Anzi, li ha lasciati liberi additandoli a ludibrio un giudice del Tribunale di Roma che ha confermato l’arresto e ha emesso contemporaneamente il divieto di dimora in Italia.

Così i sei teppisti di Rotterdam mandati in cella per le devastazioni di piazza di Spagna, per resistenza a pubblico ufficiale e per il danneggiamento della Barcaccia del Bernini se ne tornano a casa loro, probabilmente felici d’essere stati espulsi. Anzi, mai la parola espulsione è stata così sinonimo di libertà. E noi qui con un palmo di naso, ancora una volta incerti se essere orgogliosi di vivere nella patria del diritto. Ma del tutto certi di toccare con mano la beffa di un rovescio.

In punta di codice niente da ridire, l’iter è certamente inappuntabile - come restituire la Ferrari al capo rom , caso del quale riferimmo qualche giorno fa - ma l’effetto è perdente e l’esempio negativo per chi, invece di andare a vedere una partita di calcio, organizza seduta stante agguati all’arma bianca distruggendo tutto ciò che incontra. Ben diversamente si comportarono a novembre le autorità polacche con gli ultrà della Lazio, costretti a rimanere per 40 giorni in cella a Varsavia prima d’essere rimessi su un aereo.

Con gli hooligans di Rotterdam sono bastati tre giorni, sembrava morissimo dalla voglia di toglierceli di torno. Vittorio Sgarbi, dopo aver constatato i danni alla fontana, ha detto: «Non più di duemila euro, li pago io». Restiamo convinti che sarebbe stato molto più educativo metterli in conto agli olandesi.

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