Pennelli ribelli

Tempi duri per i sindaci, destinati a vite difficili anche se non ricevono avvisi di garanzia, proiettili intimidatori o minacce di espulsione.

A quello di Forlì, Davide Drei (Pd), è capitato qualcosa di assolutamente imprevedibile. Uno dei problemi più percepiti dai cittadini amanti del decoro e dell’ordine dell’arredo urbano era quello dei writers dalla bomboletta facile, così la giunta aveva da poco varato l’istituzione di una pattuglia della polizia municipale, rigorosamente in borghese, con l’obiettivo di dare la caccia agli imbrattatori di muri. La task force antidegrado era stata sguinzagliata nei luoghi più esposti di Forlì, compreso il parco pubblico spesso preso di mira da coloro che alcuni definiscono monelli, altri troppo benevolmente artisti. E altri ancora, addirittura teppisti. Ma non è questo il luogo per soppesare le responsabilità e le abilità stilistiche dei «pennelli ribelli», quindi andiamo avanti.

Qualche giorno fa i vigili in borghese hanno notato, proprio nel giardino pubblico Farneti, due ragazzini intenti a scrivere con le bombolette su un muro da sempre obiettivo dei writers. Avvicinatisi e chiesto loro di snocciolare le generalità, i due agenti sono rimasti di sasso alla risposta: 13 e 15 anni, cognome Drei. I figli del sindaco. La vicenda sta mettendo in imbarazzo il municipio. In aiuto del papà istituzionale sono arrivati i Verdi. «Difendiamo quei due ragazzi; interpretano un’esigenza di libera espressione che non può essere repressa con metodi polizieschi». Sarà, ma ci piace di più la rassicurazione del primo cittadino: la ramanzina ai pargoli è stata omerica.

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