Pennetta al sugo

Ci si alza da tavola, si salutano gli ospiti, si stringe la mano al padrone di casa e si va via. Tutto questo mentre la musica accompagna il gesto e partono i titoli di coda. Il momento più difficile nella vita di un protagonista è l’uscita di scena; in pochi sanno essere vincenti in quell’istante. Soprattutto nello sport.

Eppure nelle ultime 24 ore la cosa è capitata due volte. Flavia Pennetta vince gli Us Open di tennis e annuncia: «Mi ritiro». Lo fa all’apice della carriera, mentre il mondo la ricopre di applausi, denari e petali di rosa. Lo fa dopo una vita da mediano del tennis, più eliminazioni ai quarti che ovazioni. Più chilometri dietro la pallina che sfilate da divina. Il contrario di Federica Pellegrini. Ebbene, nel giorno in cui la vita le regala il sugo (Pennetta al sugo), ecco che si alza e ne va. «Così la mia vita è perfetta». Chapeau.

L’altro sportivo che decide di staccare un biglietto di sola andata è il pugile Floyd Mayweather, e lo fa dopo avere vinto l’ultimo incontro. Con questo fanno 49 come Rocky Marciano, il mito della boxe portato sullo schermo da Sylvester Stallone. Basta, chiuso. E a chi gli chiede perché non intende arrivare a 50 e superare il primato di Rocky nei pesi massimi, risponde: «Perché comunque non sarò mai come lui». Nella vita e nello sport l’uscita è una questione di tempi, chi la sbaglia combina un disastro. E una volta deciso il ritiro non c’è niente di più malinconico che scendere dalla foto ricordo.

Di fenomeni come Michael Jordan (che torna e vince) ce ne sono pochi. Brava Pennetta, che ha deciso di incorniciare una carriera - come Platini, Spitz, Jackie Stewart, Stenmark - nel punto più alto. Ora c’è un rischio, la vita di tutti i giorni. Dovrà imparare a viverla, e qualche volta avrà pure voglia di scappare.

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