Primo maggio in tram

Metropolitana a Milano, linea 2. Un uomo sale a una fermata nell’ora di punta, la carrozza è stracolma, lui cerca un angolino. Trascina una valigia con una mano e con l’altra regge una borsa da computer.

Finalmente trova una zona accettabile, ma nella concitazione della manovra perde il portafoglio con soldi e documenti. Una ragazzina seduta con gli auricolari dai quali si intuisce la musica a palla, nota l’oggetto marrone ai piedi dell’uomo, in mezzo alla calca.

Mentre il metrò frena, spegne la musica, si alza e dice, rivolgendosi a quel signore dai tratti mediorientali: «Scusi, le è caduto il portafoglio». L’uomo lo ferma col piede mentre la carrozza si svuota e poi si china per raccoglierlo.

Sorride alla ragazza, che avrà non più di 16 anni, e le chiede: «Cosa posso fare per ringraziarti?». Lei: «Niente, ho visto che le cadeva dalla tasca e ho fatto quello che dovevo fare».

L’uomo si fa serio, si avvicina ancora di più, abbassa la voce e parla: «Qualcosa faccio lo stesso. Non prendere la metropolitana il primo maggio». Lei non coglie subito il messaggio, lui scende alla fermata successiva e scompare.

Il primo maggio comincia l’Expo, la sicurezza è un punto chiave di tutta la manifestazione, le minacce dell’Isis sono state fin troppo chiare e la psicosi comincia a trasmettersi di bocca in bocca, di testa in testa attraverso questo aneddoto che, giorno dopo giorno, diventa leggenda metropolitana.

Ogni città ha la sua data proibita: Parigi il 14 luglio (la presa della Bastiglia), Londra il 4 maggio (il May Day). Una bufala? Molto probabile. Però il primo maggio, se sono a Milano, prendo il tram.

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