Recupero crediti

Ha provato a far pagare le tasse ad alcuni politici ed è finito licenziato.Si chiama Antonio Fiumefreddo e fino a qualche settimana fa era presidente della società «Riscossione Sicilia», l’agenzia partecipata dalla Regione che si occupa del recupero crediti, insomma di incassare le tasse non pagate.

Operazione quasi impossibile, se è vero che prima del suo arrivo rientrava solo il 3,7% del dovuto. Poi ci domandiamo come certe Regioni possano essere sempre sull’orlo del fallimento. Il problema è che fra i morosi c’erano alcuni deputati eletti nell’assemblea regionale a palazzo dei Normanni. Non che qui si voglia mettere sempre in imbarazzo la classe politica per partito preso, ma è davvero difficile fare lo slalom fra le notizie che dimostrano come chi governa faccia fatica a rispettare le regole imposte a chi è governato. Tornando a Fiumefreddo, aveva preso una decisione coraggiosa: pignorare le indennità a decine di deputati morosi (64 su 90 avevano pendenze) e a 102 ex parlamentari con vitalizio.

Un esercito di distratti (mettiamola così) che pur contando su stipendi da 12 mila euro al mese, si dimenticava di pagare le tasse. Alcuni avevano debiti di poche migliaia di euro, ma altri arrivavano a 300 mila e uno addirittura a un milione. Lo stesso presidente Crocetta era esposto per 36 mila euro, ma una volta capito che Fiumefreddo faceva sul serio, s’era precipitato a saldare. Ai primi pignoramenti il corso virtuoso si è interrotto. Due consiglieri della società si sono dimessi e il cda è automaticamente decaduto. I debiti sono rimasti tali e l’Eliot Ness di casa nostra è tornato a fare l’avvocato penalista. In tribunale ci sono tante persone perbene anche fra gli imputati.

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