Sud

Contare le cifre è un nobile impegno, poi bisogna vedere quanto le cifre contano. Questa volta i numeri hanno la forza di un fiume in piena e parlano del crollo di un mito: il turismo nel Sud Italia.

Contare le cifre è un nobile impegno, poi bisogna vedere quanto le cifre contano. Questa volta i numeri hanno la forza di un fiume in piena e parlano del crollo di un mito: il turismo nel Sud Italia.

Un rapporto del centro studi del Touring Club ci fa sapere che su 380 milioni di visitatori solo il 20% si ferma nel Meridione. Su 100 stranieri attratti dal nostro Paese solo 13 decidono di privilegiare il Sud. La spesa media dei turisti nel 2012 è stata di 32 miliardi di euro, solo 4 sono finiti in località e strutture del Mezzogiorno. Cinque miliardi sono stati spesi in Lombardia (Milano, laghi e Alpi) e in Veneto (Venezia e i lidi), 5,3 miliardi nel Lazio (soprattutto a Roma), 3,6 miliardi in Toscana (Firenze e arte).

Dei 146 milioni di passeggeri transitati negli aeroporti italiani, solo 34 sono andati al Sud e lì sono rimasti. Tutto questo nonostante le bellezze paesaggistiche, le spiagge, le vestigia antiche, il fascino innegabile del Mediterraneo e delle sue coccole.

Il crollo è verticale e davanti a questi numeri non possiamo che voltare le spalle annoiati a coloro che continuano stancamente a ripetere che il nostro Sud dev’essere la California d’Italia per cultura, turismo e benessere. Si tratta della fotografia di un fallimento e quando leggiamo che domenica scorsa a Pompei 500 turisti sono rimasti fuori dalle rovine, sotto il sole, perché era in atto un’assemblea sindacale abbiamo come la sensazione di conoscere anche i motivi di un simile tracollo. Buona estate a tutti.

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