Tra parentesi

Nonostante. Se oggi i lavoratori accetteranno col referendum, la Franco Tosi sarà salva e 346 dipendenti continueranno ad avere un impiego, a tenere lontana l’angoscia di un possibile fallimento.

La Franco Tosi di Legnano è un’azienda storica dell’epopea metallurgica dell’Italia del Nord, tute blu protagoniste, Romanzo popolare, diritti dei lavoratori e - vivaddio - capacità di cavalcare i mercati con turbine dalla tecnologia vincente. Fu la prima azienda a industrializzare motori diesel in Italia, produsse a Taranto sommergibili all’avanguardia ai primi del Novecento, ci lavorò Ettore Maserati (cofondatore dell’auto sportiva). E per curiosità alla Tosi tirarono la lima i Legnanesi prima di diventare compagnia di successo. Nonostante. Con la globalizzazione è arrivato il declino, adesso a sopravvivenza garantita si prevede un non facile rilancio. La trattativa è stata difficile, l’azienda subentrante (gruppo Presezzi) salverà tutti i posti di lavoro, manterrà la produzione a Legnano, ha garantito gli attuali livelli retributivi. I sindacati hanno fatto la loro parte con perizia a difesa dei diritti, la politica ha dato una mano e oggi quasi tutti possono essere soddisfatti. Il quasi dà il senso a quel «nonostante» che percorre queste righe. Il quasi è la Fiom di Maurizio Landini, che ha lasciato il tavolo e non ha firmato l’accordo perché in quelle pagine c’era puzza di Jobs act, che fino a prova contraria è una legge dello Stato. In tutti i resoconti dei media il ruolo di un sindacato di peso come la Cgil è ridotto a una parentesi («nonostante il no della Fiom»). È buona strategia ridursi alla marginalità per assecondare le mire politiche del capo in felpa?

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