Un fiore nella neve

Ci sono multe crudeli, ma questa è imbattibile. Intendo crudele, non ingiusta, proprio per marcare una differenza sostanziale in questa storia di dolcezza e burocrazia, dove un papà è stato sanzionato mentre portava un fiore nella neve, sul luogo dov’era morto suo figlio. La vicenda è avvenuta a Cortina d’Ampezzo un anno fa, quando il padre di Andrea Rossato stava per raggiungere il larice dove il suo ragazzo aveva perso la vita nel 2011 durante una discesa fuori pista.

C’era la neve fresca sul Canalino della Tofana, ma c’era anche un dosso chiamato destino. Impossibile salvare Andrea, recuperato parecchie ore dopo lo schianto. Così al papà non è rimasto che il ricordo struggente di una tragedia che ti segna l’esistenza. E che ti impone, al richiamo d’una forza interiore, di tornare lì dove tutto è accaduto per respirare la stessa aria, avvertire lo stesso brivido infinito, portare a termine un atto di pietà. Con un mazzo di fiori da deporre sotto il larice il papà di Andrea ha percorso per venti metri quella pista chiusa, quindi vietata, quando è stato avvistato da un poliziotto che lo ha multato: 50 euro. E non ha ritenuto di dover ascoltare perché era lì. Mauro Rossato ha inoltrato ricorso, che si è fermato nell’ufficio dei vigili di Cortina. E ieri è stato respinto.

La storia finisce qui. La legge è stata violata, un pubblico ufficiale ha sanzionato, un altro pubblico ufficiale ha valutato se ci fossero gli estremi per accettare le controdeduzioni e ha ritenuto di no.

Per l’istituzione è tutto a posto, stanotte si dorme tranquilli. Ma i fiori immaginari sotto il larice, di un colore intenso in quel mare di bianco, ci fanno capire che le ragioni del cuore stanno sempre da un’altra parte.

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